Attivita' bellica
dal 10 giugno 1940 al 4 maggio 1945

Piloti con cinque o piu' abbattimenti 1936 - 1945

Tratto da "4° Stormo Caccia 1931-1987  - Quasi una storia"
"Quelli del Cavallino rampante" vol. 1 di A. Duma


Attivita' bellica 10 giugno - 31 dicembre 1940


Numero Ore
Voli di  guerra  4.877,00
Voli vari 3.857,40
Azioni belliche - varie 1.312 
Sortite per azioni belliche 5.480 
Combattimenti sostenuti 40 
Apparecchi abbattuti 95 
Apparecchi probabilmente abbattuti 29
Apparecchi mitragliati in volo 82
Mitraglìamenti a terra 28
Apparecchi distrutti  al  suolo 10
Apparecchi danneggiati al suolo 8
Autoblinde incendiate 12
Autoblinde immobilizzate 16 
Apparecchi perduti in azioni belliche 20
Apparecchi perduti per incursioni aeree 5
Piloti  perduti   (Caduti  o  Dispersi) 7
Piloti abbattuti in combattimento e fatti prigionieri 3
Piloti  feriti 14 
Medaglie d'Oro al V.M. concesse a  Piloti viventi 1

Per l'attività considerata nel presente riepilogo è stata concessa alla Bandiera dello Stormo la Medaglia d'Argento al Valor Militare (Boll. Uff. 1941 - Supplemento n. 5)


 
 
Attivita' bellica 1gennaio 1941 - 8 settembre 1943


  Anno 1941 Anno 1942
1/1/43 
8/9/43
Totale
Voli di  guerra  ore 4402,55' 7119,25'  2742,40' 14265,00'
Voli vari ore 6633,30'  1973,40'  1047,55' 1047,55'
Azioni belliche varie numero 560 972 622 2154
Sortite numero 3370 5365 2488 11223
Combattimenti sostenuti numero 44 130 85 259
Apparecchi abbattuti numero 117 286 84 487
Apparecchi probabilmente abbattuti numero 45 110 31 186
Apparecchi mitragliati in volo numero 126 905 326 1357
Mitragliamenti a terra numero 19 11 13 43
Apparecchi distrutti  al  suolo numero 44 1
45
Apparecchi danneggiati al suolo numero 23 30
__
53
Apparecchi perduti in azioni numero 26 20 54
Apparecchi perduti per incursioni nemiche numero 5 12
__
17
Piloti perduti (Caduti o Dispersi) numero 15 22 45
Piloti abbattuti in combattimento e fatti prigionieri numero 1 2
__
3
Piloti feriti numero 9 29 3 41

Abbattimenti, legenda:

C: Comandante; c: croce di guerra al valor militare; bvm: bronzo al valor militare; o: oro; a: argento; b: bronzo; Ek2: croce di guerra di 2cl tedesca; bva: bronzo al valor aeronautico

Abbattimenti 1936 - 1945


Grado
Cognome
Nome
Reparto
Vittorie
Note
Decorazioni
Cap. Annoni Emanuele
C 96
9
= =
3a 1b
Cap. Aurili Giuseppe
XVI-90-C 355
7
3OMS
2a, 1b, bva
Ten. Barcaro Giovanni
C97 - C7 ANR
9
= =
2a
Serg. Biagini Bruno
96^
7
= =
1a, 2b
M.llo Bladelli Alessandro
91^
5
= =
2a, 2b
Cap. Bonfatti Piero
C73
6
= =
2a, 1b
Borgese Ezio
X-C96
5
1OMS
3a, 1b
T.Col. Botto Ernesto
VI-C9°Gr
7
4OMS
1O, 1a
Ten.  Canfora Antonio
97^
7
= =
2a
Serg. Corsi Ugo
84^
5
2OMS
3a
Ten. Daffara Vittorino
XXIII-81-97
10
3OMS
5a, 1b
M.llo Damiani Rinaldo
97^
6
= =
2b
Magg. Fassi Roberto
XVI-C96-C150-C9°Gr
7
3OMS
4a, 1b
Ten. Ferrazani  Giuseppe
356-160-90^
5
= =
1a, 1b
S.Ten. Ferrulli Leonardo
90^ - 91^
21
= =
1O, 3a
Col.  Francois Armando
XVI-C6°Gr-C4°Stormo
7
6OMS
1a, 1b, 1bvm
Ten. Frigerio Jacopo
97^
5
= =
3a, 1b, c.di g., a va
Cap. Giannella Luigi
92-C84
12
= =
3a
Serg. Guerci Mario
73^
5
= =
2a, 1b
Pergameni Antonio
XXIII-C97-C9°Gr
5
3OMS
1O, 4a
Cap. Lucchini Franco
XXIII-90-C84-C10°Gr
24
3OMS
1O, 5a, 1b 3cEk2
Cap. Malvezzi Fernando
236-C97-C3° ANR
10
= =
3a, 1b
Ten. Mandolini Orlando
93^ - 91^
7
= =
1a, 1c, Ek2
Magg. Mariotti Luigi
363-91-C9°Gr
5
= =
1O, 4a, 1b
S.M. Martinoli Teresio
384-78-84-73
22
= =
1O, 2a,, Ek2
Ten. Mecatti Mario
364-91
7
= =
1a,, 1b, 1c
S.Ten. Miotto Elio
91^
5
= =
3a
S.M. Monterumici Amleto
90^
5
= =
1a, 1b, 2c
Cap. Monti Luigi
XVI-C84
8
5OMS
4a, 1b
Ten. Moretto Enrico
370-96
5
= =
1a
M.llo Novelli Raffaello
XIII-XVI-97
6
3OMS
3a, 1b
Ten. Oblach Giuseppe
73^
7
= =
1O, 2a
S.M. Perdoni Luciano
73^
7
= =
1O, 2a
Cap. Piccolomini Ranieri
97-C90-C1°Gr.
7
= =
3a, 2b
S.Ten. Querci Alvaro
73-96
6
= =
2a, bva
Cap. Reiner Giulio
C73
10
= =
1a, 1b
Mag. Ruspoli Carlo
81-C91
10
= =
3a, Ek2
S.M. Salvatore Massimo
97 - 90
10
= =
1a, 4b
M.llo Savini Angelo
90^
7
= =
1a, 2b
Ten. Squarcia Vittorio
73^
6
= =
2a
Ten. Vanzan Virgilio
82 - 90
7
= =
2a
S.M. Veronesi Mario
84-1°ANR
11
2ANR
1a, 1b, Ek2

 
 
 
 
 

Africa settentrionale
Giugno 1940 - dicembre 1940
10 giugno 1940: il secondo conflitto mondiale investe anche l'Italia. In Africa settentrionale, e precisamente sull'aeroporto "T2" nei pressi di Tobruch, è schierato con i suoi Fiat Cr. 42 il X Gruppo del 4° Stormo; l'altro gruppo, il IX, si trova ancora in Italia sulla base di Gorizia. Il X Gruppo combatte contro la sabbia, il ghibli, la sete ed i Gloster Gladiator inglesi; voli di scorta ai bombardieri, crociere d'interdizione, caccia libera, uscite su allarme si susseguono senza posa, mettendo a dura prova gli uomini e le macchine del Reparto che il 12 luglio accoglie in terra d'Africa l'altro Gruppo proveniente dall'Italia. Ora il 4° Stormo è al completo e si trova attestato sul campo arretrato di Berck (Bengasi); i Fiat Cr. 42 con il Cavallino Rampante di Baracca dipinto sulle fusoliere, si prodigano incessantemente per tutto il mese di agosto e di settembre, mese in cui ebbe inizio la nostra avanzata; innumerevoli episodi di abnegazione in altrettanti combattimenti emergono dall'attività del Reparto; ne citiamo due, i più significativi, in quanto oltre al valore intrinseco esprimono l'attaccamento allo Stormo dei suoi dipendenti. Durante un grosso combattimento avvenuto nel cielo di Bir Berraned il serg. Lido Poli viene ferito gravemente ad un braccio, staccato quasi completamente dalla spalla; Poli non cede, non abbandona la formazione, reagendo al dolore lancinante della ferita, controlla l'aeroplano e riesce a riportarlo alla base. Il ten. Enzo Martissa con l'aereo colpito più volte e ferito in varie parti del corpo, compie un atterraggio di fortuna in pieno deserto; con le poche forze rimaste, perde sangue dalle varie ferite, si trascina sotto l'ala dell'aeroplano, per ripararsi dai raggi infuocati del sole della Marmarica, ed attende i soccorsi. Lo ritrovano morente dopo due giorni di ricerche; sulla carenatura di una ruota, all'interno del cerchio bianco ove è dipinto il "Grifo", distintivo della 91^ Squadriglia del 4° Stormo, la cui testa è stata trapassata da un proiettile inglese, con il sangue che gli stillava dalle ferite aveva scritto: Tu grifetto, sei stato fregato alla testa. Quanto avrei sofferto di meno se avessi avuto la tua stessa sorte! Non sono ferito mortalmente, ma lo stesso me ne dovrò andare all'altro mondo, perché non mi posso fare quei 10-20 Km. che mi porterebbero in una pista. E sarà per fame e per sete...!Trasportato in ospedale riuscirà a sopravvivere ed a ritornare al combattimento. L'8 agosto vi fu un altro combattimento memorabile: 16 Cr. 42 del X Gruppo attaccano 27 Gloster, alla testa della formazione del Quarto c'è il T.col. Romagnoli e ne nasce un "calderone" tirato allo spasimo; alla fine 5 velivoli inglesi vengono abbattuti, e i nostri rientrano al completo. Durante la nostra avanzata di settembre che ci porterà, il 18 dello stesso mese, ad occupare Sidi el Barrani, il Quarto è sempre in linea e viene spostato in avanti assieme al 2° Stormo sul campo di El Adem, da qui assieme al 2° ed al 50° Stormo non da tregua al nemico in ritirata. Le operazioni subiscono una stasi che termina l'8 dicembre, giorno in cui, con l'alzarsi di un forte ghibli soffiante contro le nostre linee, gli inglesi attaccano in forze. Il vento del deserto impedisce ai nostri di decollare per cui l'attività è forzatamente ridotta, finalmente dopo circa cinque giorni la bufera di vento si placa e gli aerei si alzano in volo per contrastare l'avanzata nemica. Il 4° Stormo è dislocato con il IX Gruppo e El Adem e con il X a Menastir; ad onta di una grande resistenza deve ben presto abbandonare i due campi avanzati, distruggere gli aerei non trasportabili in volo ed arretrare verso le basi della Tripolitania, con pochi velivoli efficienti ma con lo spirito intatto. I combattimenti divengono più aspri, gli inglesi attaccano con formazioni sempre più nutrite, ed inoltre, da qualche tempo sono in volo anche aerei del tipo Hurricane decisamente superiori per velocità ed armamento al nostro Cr. 42; il primo di questi velivoli apparve durante uno scontro avvenuto il 13 dicembre e ben presto il loro numero aumentò mettendoci in difficoltà; infatti l'Hurricane ha una velocità di circa 450 Km/h ed è armato con otto armi da 7,7 mm; il Cr. 42, con 380 Km/h di velocità massima e due mitragliatrici da 12,7 mm, non può fronteggiarlo se non affidandosi alla sua estrema maneggevolezza. Perciò i nostri sono obbligati a combattere eseguendo continue manovre acrobatiche, tutte manovre che sottopongono l'aereo a sforzi che ne riducono ben presto l'efficienza. Gli inglesi continuano ad avanzare, sono ormai alle porte della Tripolitania e lo Stormo, ormai quasi senza più aeroplani e con il personale sfibrato dalla lotta incessante, viene fatto rientrare in Italia. Il rientro avviene fra la fine di dicembre ed i primi di gennaio: meta la sede di Gorizia, dove verrà riarmato sui velivoli Macchi, M.C.200. In sei mesi di combattimenti durissimi il Quarto aveva perso sette piloti in combattimento: il Serg. Corsi Ugo (19-06), il m.llo Renzi Norino (08-08), il S.ten. Battaglia Carlo (24-10), il S.ten. Agnelli Carlo (20-11), il Sergente Putzu Francesco (20-11), il cap. Maggini Renzo (18-12); il 1° gennaio 1941, ultimo caduto prima del rientro in Patria, non rientrava il S.ten. Grifoni Ennio. Per mitragliamento nemico sui nostri campi decedevano il Serg. Crosciatti Silvio (28-06) ed il S.ten. Caporali Ruggero (23-12). Tre altri piloti furono abbattuti ma si salvarono con il paracadute cadendo prigionieri: il T.col. Piragino Armando (16-06), il cap. Lanfranco Aldo(02-08) ed il m.llo Biffani Guglielmo (03-12). La Bandiera dello Stormo veniva fregiata per tale attività con la medaglia d'Argento al Valor Militare. Inoltre furono concesse varie decorazioni al personale del Reparto.
 

Fronte Jugoslavo
Gennaio 1941 - giugno 1941
Sulla base di Gorizia lo Stormo inizia il non facile lavoro di ricostruzione materiale e morale: i primi sei mesi di guerra in Africa Settentrionale avevano inciso profondamente e dolorosamente nel tessuto connettivo del reparto, ma la guerra continua, sempre più impegnativa; non c'è tempo per guardarsi indietro, bisogna riprendersi celermente. Giungono i primi piloti che dovranno colmare il posto vuoto lasciato dai compagni che non sono più presenti se non in Ispirito; giungono gli specialisti senza la cui preziosa ed eroica opera il reparto non può funzionare ed il 31 gennaio venivano ritirati i primi Macchi 200, il nuovo aereoplano su cui viene armato il reparto. All'inizio vi fu una certa diffidenza per una macchina del tutto diversa dal Cr.42, ma poi le macchine entrano nel "sangue" dei piloti e si ricominciavano a vedere, sul cielo dei campo, loopings, tonneaux, picchiate, coppie di velivoli giostranti in fìnta caccia; è la normale routine per ritornare alla efficienza operativa che ben presto viene raggiunta, in gara d'emulazione fra i due Gruppi. Per esigenze belliche, il 7 marzo la 73^ Squadriglia del IX Gruppo al comando del Gap. Viglione si trasferiva a Brindisi, dove effettuava servizio d'allarme a difesa di quel porto, compito che la impegnava sino al 31 dello stesso mese, data in cui rientrava in sede a Gorizia. Il 6 aprile 1941 hanno inizio le ostilità contro la Jugoslavia ed il 4° Stormo viene chiamato con il IX Gruppo, al comando del cap. Larsimont Pergameni Antonio, ad assumere la difesa delle città di Trieste, Monfalcone, Gorizia, compito che viene assegnato alla 96^ e 97^ Squadriglia mentre la 73^ al comando del cap. Pluda viene avanzata sul campo di Alture di Pola, con compiti offensivi, subito raggiunta il 10 dello stesso mese dalla 96^ e parte della 97^ Sq; il X Gruppo rimane invece nel frattempo di riserva e continua l'addestramento sul Macchi 200. Si trattò senz'altro di un ciclo operativo molto facile, data la inconsistenza dell'aviazione avversaria; è da tener presente che la reazione contraerea fu invece sempre molto attiva e precisa, le pattuglie dei Macchi al comando di Viglione e Pluda furono in ogni modo sempre presenti ove veniva richiesto il loro intervento, attaccando truppe nemiche in movimento, idroscali, aeroporti, piroscafi, e scortando i nostri bombardieri Br.20 in azione su vari obbiettivi della lugoslavia. Lo stesso giorno 6 aprile, inizio delle ostilità, il cap. Pluda attaccava e distruggeva una nave nemica al largo di Fola; i nostri velivoli attaccavano poi le basi nemiche di Plosella, di Vodice, di Stretto, di Zara, di Divolje ecc., ecc.: il 16 aprile il IX Gruppo cessava la sua attività bellica sul fronte iugoslavo e rientrava a Gorizia per riprendere il normale addestramento assieme al X Gruppo, mentre assumeva il comando dello Stormo il col. Eugenio Leotta. Ai primi di giugno vi furono novità per il reparto: il IX Gruppo veniva prescelto per essere riequipaggiato con i nuovi velivoli M.C.202, aeroplano con il motore in linea da 1150 HP, capace di una velocità massima attorno ai 600 Km/h; purtroppo era armato con le solite sole due armi da 12,7 mm, ancora poco in confronto dei nuovi velivoli avversari, ma la sua velocità e le sue ottime doti manovriere lo rendevano un efficace strumento bellico capace di fronteggiare gli agguerriti aeroplani nemici. L'addestramento sul nuovo velivolo aveva inizio il 5 giugno con l'invio a Lonate Pozzolo (Varese) di sei piloti della 97^ Sq. al comando del cap. Larsimont Pergameni. Mentre il IX approfondisce la conoscenza della nuova macchina con un addestramento che si protrarrà sino al 25 settembre e che richiederà il sacrificio di due piloti deceduti in allenamento, il serg.m. Valle (4-8) ed il Serg. Passaglia (18-9), il X Gruppo veniva messo in stato d'allarme per imminente invio in zona d'operazioni. Infatti il 15 giugno riceveva l'ordine di trasferimento in Sicilia e precisamente sull'aeroporto di Catania, da dove dovrà operare contro l'isola di Malta, l'isola maledetta per il sacrificio di piloti italiani che diuturnamente imponeva e che più ancora avrebbe richiesto. Il 4° Stormo era così di nuovo momentaneamente diviso con il IX Gruppo a Gorizia ed il X a Catania.
 
 

Malta - 1° Ciclo operativo
Giugno 1941 - novembre 1941
15 giugno 1941: il X Gruppo lascia Gorizia e si trasferisce con i suoi Macchi 200, facendo tappa a Ciampino Sud, sull'aeroporto di Catania; iniziava così una delle tante pagine di sacrificio ed eroismo del 4° Stormo chiamato di nuovo ad operare dove più la lotta diveniva di giorno in giorno più cruenta. Infatti, dopo pochissimi giorni dall'arrivo sulla nuova base, i velivoli del Gruppo al comando del t.col. Romagnoli erano già in piena azione nell'infuocato cielo dell'isola di Malta. L'isola era difesa dai reparti di Spitfire e Hurricane pilotati dai migliori uomini che la RAF poteva disporre in quell'epoca nell'area del Mediterraneo; inoltre l'isola disponeva di una fertissima difesa contraerea per cui il violare il suo spazio aereo significava pagare duro; i combattimenti erano continui senza esclusione di colpi, gli inglesi erano decisi a mantenere in efficienza quella che, a ragione, consideravano la roccaforte più importante dello scacchiere mediterraneo. Ogni giorno i piloti del X Gruppo erano in volo sull'isola per combattimenti con la caccia nemica, scorta ai nostri bombardieri ed a quelli tedeschi, mitragliamenti degli aeroporti di Micabba, Ta Venezia, La Valletta, crociere di vigilanza sul Canale di Sicilia. I Macchi 200 erano continuamente impegnati e, specialmente contro gli Spitfire, denunciavano una netta inferiorità come velocità ed armamento. Si giungeva così alla fine d'agosto; lo Stormo aveva già perso il Serg. Sclavo Alfredo il 24 giugno, il serg.m. Botti Enrico ed il serg.m. Fiorito Natale il 17 luglio, il s.ten. Ruffato Fermo il 27 dello stesso mese, il serg. Scozzoli Guido il 16 agosto, mentre il ten. De Benedetti Nerino, abbattuto il 24 giugno e salvatesi con il paracadute, veniva fatto prigioniero; la lista si allungava velocemente: il 4 settembre, durante uno scontro particolarmente difficile contro formazioni del 126° e 185° Squadrons della RAF, cadeva il t.col. Romagnoli comandante del X Gruppo ed il serg. Contarini Luigi, mentre il S. Ten. Della Pasqua, abbattuto, veniva fatto prigioniero; pochi giorni dopo non rientrava il Magg. Travaglini; la perdita del t.col. Romagnoli fu particolarmente sentita dal personale del X Gruppo; infatti Egli era un pilota espertissimo coraggioso, sempre primo in testa alla formazione che doveva portare in combattimento. Nello stesso mese di settembre un altro pilota non faceva ritorno da un'azione di scorta: era il Ten. Carraro Albano, caduto in mare nel Canale di Sicilia. Il X Gruppo continuava a lottare, ma dal 29 settembre non era più solo; anche il IX Gruppo giungeva in Sicilia con gli agili e veloci Macchi 202 e veniva basato sull'aereoporto di Comiso, ove il 6 ottobre si trasferiva anche il X; ancora una volta tutto il 4° Stormo era così riunito in zona di combattimento. Il 25 ottobre cadeva il Comandante dello Stormo Col. Leotta, giunto in Sicilia alla testa del IX Gruppo. Entro novembre altri quattro piloti non rientravano dalle azioni condotte con ritmo incessante: S. Ten. Bussolini Felice 31-10, Cap. Pluda Mario Comandante la 73^ Sq. (8-11), serg. Taroni Luigi (8-11) e il Ten. Bonfatti Piero (22-1), che aveva preso il posto al comando della 73^ Sq. dopo la scomparsa di Pluda. Pochi giorni dopo l'8 novembre, data dell'abbattimento del Cap. Pluda e del serg. Taroni, un velivolo inglese lanciò nei pressi del paese di Modica il seguente messaggio:
 
 

RAF. Il vostro messaggio ricevuto e apprezzato. A risposta: Capitano Pilota Mario Pluda è stato ucciso in azione. Suo corpo è stato trovato e seppellito con tutti gli onori nel cimitero militare. Con dispiacere non abbiamo altre notizie Sergente maggiore Pilota Luigi Taroni. Probabilmente è caduto in mare, ma non era possibile trovare nessuna traccia benché abbiamo fatto diverse ricerche".

 

Relazione del 1941 riguardante i piloti del IX Gruppo


...22 ottobre 1941 — Continua il servizio di allarme. Alle 9,30 il Ten. Annoni con due M.C.202 effettua una ricognizione fotografica sull'isola di Malta. Rientra alle ore 10,30 a missione ultimata. Alle 13,15 il Cap. Larsimont con 6 apparecchi effettua un mitragliamento a bassa quota sull'aeroporto di Micabba - Malta. Tutti gli apparecchi rientrano alle 14,30; solo l'apparecchio del Cap. Larsimont è stato colpito da un proiettile antiaereo. Alle 17,25 la 73^ Squadriglia, con 6 apparecchi, parte per effettuare un nuovo mitragliamento a Malta; sul cielo di quest'isola incontra una formazione di 12-14 Hurricane e Spitfire; impegna combattimento che inizia col netto favore per la 73^ Squadriglia, la quale si trova con il sole alle spalle, in piena velocità e 1000 metri più alta; una parte dei velivoli nemici non accetta combattimento e si butta giù in picchiata e fila via. Dagli 8 ai 10 apparecchi inglesi restano sulla zona; ne segue un combattimento serrato e micidiale per i nemici: uno precipita in fiamme, cinque si infilano nel mare a piena velocità, un settimo, duramente colpito, non viene visto precipitare. A fine combattimento, sono i Macchi 202 che dominano il cielo da assoluti padroni e riprendono la via del ritorno rientrando alle loro basi quasi in perfetta formazione. Un solo apparecchio è stato colpito da una pallottola in un'ala. Gli apparecchi abbattuti sono assegnati: uno Cap. Pluda, 2 Ten. Bonfatti, 1 probabile Cap. Ivaldi, 1 S. Ten. Querci, 1 serg. Martinoli, 1 serg. Guerci. La formazione della 73^ Squadriglia era scortata da altri 8 M.C.202 al comando del Ten. Col. Minio Paluello; detta scorta non ha partecipato al combattimento. Tutti gli apparecchi rientrano dalle ore 18,35 alle 18,50.

Il 4° Stormo continuava la lotta. Non sono solo i piloti a prodigarsi, ma anche gli specialisti non si concedevano soste, con ammirevole attaccamento al reparto. E' da citare l'esempio dell'ing. Lana inviato dalla ditta Macchi al seguito del Reparto per curare la messa a punto dei velivoli; egli si trasformava in soldato, curando l'installazione delle macchine fotografiche sui 202, mai prima effettuata, modificando l'impianto d'ossigeno per la respirazione in quota dei piloti, impianto che dava continue noie causando dolorose perdite fra i piloti. Lana, contagiato dall'entusiasmo degli uomini del Quarto, non lasciava più lo Stormo, condividendone sui vari fronti le gloriose vicissitudini. Il 22 novembre giungeva un nuovo ordine di trasferimento: il IX Gruppo doveva partire immediatamente per l'Africa Settentrionale dove si stava sviluppando una nuova offensiva inglese; il 23 novembre la 96^ e 97^ Sq. con 18 velivoli M.C.202, al comando del Cap. Larsimont Pergameni lasciano Comiso e dopo aver fatto tappa a Pantelleria atterravano in serata a Castel Benito (Tripoli).
La 73^ Sq. con i Macchi "fotografici" rimaneva per il momento a Comiso, dove continuava ad operare su Malta, compiendo numerose missioni di ricognizione, affiancata dal X Gruppo, sino al 1° dicembre data in cui riceveva l'ordine di rientrare a Gorizia.
 
 

Africa settentrionale
Novembre 1941 - dicembre 1941
24 novembre 1941 : il IX Gruppo decolla da Castel Benito, prima tappa per effettuare il rifornimento di carburante è la pista di Tamet; l'altra tappa era Benina, dove il campo veniva sottoposto a bombardamento dagli inglesi; 25 novembre nuovo decollo con attcrraggio a Derna, con brevissima sosta, ed alle 16.45 i 18 aereoplani, del Gruppo erano sulla nuova base operativa di Martuba. II giorno dopo il suo arrivo il Reparto sosteneva un primo furioso combattimento contro una grossa formazione di Curtiss P.40 nel cielo di Sidi-Reghez, Gambut, era l'inizio di un corto ciclo operativo che terminava infatti alla fine di dicembre, durante il quale però i piloti del IX Gruppo lottarono ogni giorno con dedizione assoluta, tentando, anche se invano, di arginare l'avanzata nemica. Purtroppo dopo pochi giorni dall'arrivo in linea e, precisamente il 12 dicembre, sotto l'incalzare delle forze corazzate nemiche, il reparto doveva iniziare il ripiegamento che lo portava, il 23 dicembre, di nuovo a Tamet dove i pochi aerei rimasti efficienti venivano versati al 1° Stormo, mentre il Gruppo riceveva l'ordine di rientrare in Patria. Il viaggio veniva compiuto a bordo di 6 aerei Sm.82 decollati da Castel Benito al mattino del 29 dicembre e terminava alle 22.30 sull'aeroporto di Castelvetrano in Sicilia. Era stato un mese di lotta continua anche per tenere in efficienza gli aerei, per scarsezza di carburante e di parti di ricambio con continui trasferimenti improvvisi su aeroporti o meglio piste prive di ogni forma di assistenza. Il 12 dicembre, a Martuba, gli aerei non poterono decollare né per fronteggiare il nemico né per iniziare subito il trasferimento a causa della mancanza di carburante; solo in serata, grazie all'arrivo di 4.000 litri di benzina aviotrasportata in fusti da tre velivoli Ju.52 tedeschi, i caccia del IX poterono decollare per Barce. Talvolta si dovevano svuotare letteralmente i serbatoi di vari velivoli per poter fare il pieno a due soli apparecchi da tenere pronti per il servizio d'allarme. Fra un ripiegamento e l'altro continui combattimenti; Cap. Larsimont in testa, i M.C.202 del Quarto riuscirono a contenere o quantomeno rallentare l'avanzata nemica. Le tappe di questo doloroso ripiegamento, in cui piloti e specialisti affrontarono disagi di ogni genere, furono Martuba, Barce, K.2, Ras el Mer-demma, El Nofilia, Tamet; in ogni tappa febbrile lavoro per prepararsi a nuovi trasferimenti, a nuovi combattimenti con gli aerei ridotti ad efficienza minima, attaccati dagli arabi appostati ai limiti delle piste, e snervante lavoro notturno per smontare gli aerei inefficienti e poterli così trasportare con autocarri. Il Reparto combatteva e ripiegava ordinatamente, perdendo in combattimento il S. Ten. Novelli Raffaele il 6 dicembre ed il Ten. Deanna Giuseppe in seguito a bombardamento aereo nemico sulla pista di Barce. Il 20 dicembre il IX Gruppo lasciava Barce. Ecco la cronaca:
 
 

Alle ore sette parte da Barce l'autocolonna del IX Gruppo con tutto il personale è il materiale caricato su 9 autocarri. Alle ore 10 partono in volo il Cap. Larsimont e il M.llo Olivetti. Restano sul campo di Barce l'Ing. Lana con 14 specialisti per continuare lo smontaggio degli apparecchi e curare il loro caricamento sugli automezzi. Alle ore 14,30 l'Ing. Lana riceve l'ordine di lasciare immediatamente l'aeroporto di Barce. Nella città gli arabi in rivolta assaltavano magazzini e depositi con intenso fuoco di fucileria. Parte con quattro automezzi avendo potuto caricare solo due apparecchi, gli altri quattro rimasti sul campo vengono incendiati. All'uscita dell'aeroporto la sua colonna viene sorpresa dal bombardamento effettuato da bassa quota da una formazione di 14 bombardieri scortati da 22 caccia. La colonna non viene fortunatamente colpita. La colonna dell'Ing. Lana si ferma a tredici chilometri da Bengasi. 21 dicembre. La colonna dell'Ing. Lana si attesta e pernotta a 8 chilometri a sud di Agedabia. 22 dicembre. La colonna dell'Ing. Lana si mette in moto prima dell'alba a causa dell'azione inglese su Agedabia. A 10 km. a sud-ovest di El Algheila viene sorpresa da un mitragliamento inglese, gli avieri Scalco, Scudetti, Nuzzo e Bernardis vengono feriti. Nuzzo e Bernardis in gravi condizioni vengono caricati su un'ambulanza tedesca di passaggio che li porta all'ospedale di Sirte. Un apparecchio trasportato rimane ad Ara Fileni perché il rimorchio sul quale era caricato è colpito dal mitragliamento e non è più in condizioni di proseguire. Con gli altri mezzi l'Ing. Lana pernotta a El Sultan. 23 dicembre. L'Ing. Lana con i mezzi rimasti raggiunge in serata Tamet.

 

Sicilia, l' offensiva su Malta - 2° Ciclo operativo
Aprile 1942 - maggio 1942
Campoformido (Udine). Il 4° Stormo era in fase di riorganizzazione; arrivavano i piloti di complemento e si completava il passaggio sui velivoli Macchi 202 continuando l'addestramento in volo; la primavera era nell'aria ed il ritrovarsi, dopo tanti periodi dolorosi e disagiati, nella verde terra friulana, culla della nostra Aviazione da Caccia, aiutava a lenire negli animi degli uomini del Reparto il bruciore lasciato da tante perdite, aprendo l'animo a nuove speranze. La pausa però fu di breve durata: in Sicilia si stava preparando una nuova offensiva su Malta, ed il 4° Stormo, al comando del Col. Francois Armando, riceveva l'ordine di spostarsi a Gela (Sicilia) per partecipare al nuovo ciclo operativo. Il 15 aprile tutto lo Stormo aveva completato il trasferimento in Sicilia e veniva diviso su due aeroporti : il IX Gruppo a Castelvetrano agli ordini del Magg. Larsimont, il X a Sciacca al comando del t.col. Maddalena. Subito lo Stormo iniziava ad operare, lottando duramente contro l'isola maledetta, che gli Alti Comandi si ostinavano a voler neutralizzare solo con il concorso dell'aviazione pur sapendo che ciò era impossibile. I duelli aerei erano violentissimi: gli Hurricane e gli Spitfire combattevano anch'essi con estrema decisione scontrandosi con i nostri M.C.202, mentre il cielo di Malta diveniva teatro di caroselli tirati fino allo spasimo. I piloti del 4° Stormo erano in volo ogni giorno, combattendo accanitamente, procurando sì al Reparto molte nuove vittorie che richiedevano però nuovi e dolorosi sacrifici. Il Reparto ancora una volta pagava con eroica generosità, ed in un mese circa, sull'isola di Malta, perdeva in combattimento: il comandante della 90^ Sq. Cap. Guiducci (20 aprile), il Cap. Dagasso comandante della 97^ Sq. (10 maggio), il Cap. Argenton comandante della 91^ Sq. (15 maggio) ed il 18 maggio il Ten. Fischer. Uomini di punta dello Stormo erano così caduti sull'isola di Malta, tomba di tanti nostri piloti, dove i caccia nemici potevano essere guidati da terra, con efficienti sistemi di avvistamento e guidacaccia ed attaccare i nostri aeroplani nelle condizioni a loro più favorevoli; oltre poi al vantaggio dell'autonomia, che per loro poteva essere dedicata completamente al combattimento, mentre i nostri dovevano rientrare alle basi di partenza, riattraversando un largo braccio di mare e spesso con l'aeroplano in condizioni critiche perché colpito duramente durante il combattimento. Poi, appena atterrati, spesso bisognava abbandonare rapidamente l'aeroplano e correre nelle trincee parascheggie perché il campo era sotto mitragliamento o spezzonamento da parte dei Beauflghter o dei Bleneihm inglesi, mentre alla sera, dopo uno spuntino all'aperto perché la mensa era stata colpita, bisognava dare una mano agli infaticabili specialisti per rimettere in efficienza gli aeroplani per le azioni del giorno dopo. Era appena possibile qualche brevissima comparsa per le viuzze di Sciacca o di Castelvetrano, strette fra le case bianche abbacinanti di sole, con la visione di donne vestite di nero e di ragazze dagli occhi profondi e pieni di vita: erano le ore della nostalgia, della melanconia; poi lo "Spa 38" partiva dalla piazzetta e riportava gli uomini in aeroporto, fra ulivi, terra rossa, odor di olio bruciato e rumore di motori imballati. Lo Stormo comunque assolveva sempre i compiti richiestigli, con il sacrificio dei piloti e degli specialisti essendo sempre presente nel cielo veramente infuocato di Malta, fino al 15 maggio, quando cioè arrivava il nuovo ordine di trasferimento; infatti per la terza volta, e questa volta con due Gruppi uniti, veniva trasferito in Africa Settentrionale a sostegno della nostra nuova offensiva appena iniziata. Giorni febbrili per i preparativi: imballaggio del materiale, ordine di imbarco per il personale di terra, trasferito in volo con i trimotori dello Stormo Trasporto, raccomandazioni dei piloti perché l'aeroplano fosse perfettamente a posto e poi, a squadriglie serrate, decollo verso Tripoli con il "Cavallino Rampante" ridipinto di fresco.
 

Africa settentrionale - 3°ciclo operativo
Maggio 1942 - ottobre 1942
Lo Stormo giunto a Tripoli veniva subito fatto avanzare a ridosso del nostro fronte in movimento, precisamente a Martuba da dove iniziava immediatamente a combattere. Scorte ai Cr.42 assaltatori del 2° Stormo, ai Macchi 200 del 150° Gruppo, agli Stukas tedeschi; crociere di vigilanza sulle nostre prime linee, con continui scontri con i pattuglioni di Hurricane, P.40 e Spitfire, attacchi a bombardieri inglesi, ecc. Il 26 maggio, il Quarto attaccava in forze, assieme al 1° Stormo, la base inglese di Gambut, sede di vari reparti da caccia nemici, ottenendo un grosso successo con la distruzione al suolo di numerosi velivoli avversari. Le truppe di terra continuavano ad avanzare: superata Tobruch si attestavano nella zona di Marsa Matruck; anche lo Stormo si spostava a Sidi el Barrani da dove continuava a prodigarsi ogni giorno per appoggiare l'avanzata delle nostre forze terrestri; durante questa attività bellica il reparto perdeva il Ten. Massa Mario caduto il 29 maggio, mentre il 6 giugno non rientrava il serg. Bossi Pasquale ed il 12 dello stesso mese il Serg. Taverna Gregorio. Il 6 giugno veniva anche abbattuto il Cap. Viglione Borghese Ezio, che lanciatesi con il paracadute cadeva prigioniero. Quasi quotidianamente i Beaufighter od i Bleneihm inglesi venivano a spezzonare Sidi el Barrani, contrastati validamente dallo Stormo; queste incursioni, oltre ai danni al materiale, provocavano la morte di vari specialisti: il 26 giugno durante una di queste incursioni, particolarmente violenta, rimanevano uccisi il Magg. Larsimont Pergameni, valorosissimo comandante del IX Gruppo, il Magg. Laurin Ludovico ed il Serg. Colino Angelo. Lo Stormo, dopo essersi raccolto attorno ai propri caduti, riprese il febbrile lavoro notturno per rimettere in efficienza gli aerei danneggiati, le attrezzature distrutte, e colmare le buche provocate dalle bombe sulla pista; all'indomani il reparto era di nuovo in linea. Ormai il fronte gravitava e ttorno ad El Alamein e il Quarto, con i suoi due Gruppi, veniva spostato ancora più avanti; nella base più avanzata di Fuka, appena evacuata dagli inglesi; dalla nuova pista i Macchi 202 dello Stormo decollavano più volte al giorno ed i combattimenti divenivano sempre più aspri. Il 2 luglio veniva abbattuto il Ten. Alessandrini Italo che cadeva prigioniero. Gli inglesi intanto avevano fatto affluire in Egitto nuovi squadroni da caccia e da bombardamento così che la loro superiorità numerica diveniva sempre più marcata e pesante. Il 3 luglio cadeva durante un accanito combattimento, proprio sopra El Aiamein, il comandante del X Gruppo Magg. Maddalena Paolo; il 15 dello stesso mese cadeva il Serg. Magg. Trevisan Elio nei pressi di El Daba; il 6 agosto ancora ad El Aiamein cadeva il Serg. Magg. Minelli Gustavo; il 10 era la volta del Ten. Gibellini Rinaldo, che lanciatesi con il paracadute decedeva successivamente in prigionia; il 2 settembre veniva abbattuto il M.llo Del Turco Pietro. Agli inizi di ottobre, il fronte ristagnava; ormai si intuiva che il sogno, accarezzato per vari mesi, di arrivare al Nilo (e non si era molto lontani), non si doveva più avverare; gli alleati avevano fatto affluire molte forze fresche ed un'ingente massa di artiglierie e mezzi corazzati. Sul nostro fronte, invece, dietro la prima linea, era quasi il vuoto: le navi con i rifornimenti richiesti, venivano quasi sempre affondate nel Mediterraneo; non esistevano riserve; esisteva solo il valore dei nostri soldati. Il Quarto intanto continuava ad attaccare le linee ed i capisaldi nemici, le piste dove passavano i rifornimenti, le basi, le formazioni di bombardieri nemici, sempre più numerose. Il Col. Francois non si concedeva soste; rimasto senza comandanti di gruppo e di squadriglia, affidava la guida delle formazioni a giovani del calibro di Malvezzi, Annoni, Querci, ecc. e lo Stormo continuava così a combattere. La triste ma gloriosa lista dei caduti si allungava sempre più; il 2 ottobre il Cap. Livio Ceccotti, attaccato nel cielo di El Aiamein da una formazione di cinque Curtiss P.40 accettava il combattimento; dopo aver abbattutto due aerei nemici, era costretto ad abbandonare il suo Macchi, colpito ripetutamente, lanciandosi con il paracadute; ma i tre P.40 superstiti seguendolo nella caduta lo uccidevano mitragliandolo. Durante uno dei tanti bombardamenti su Fuka, il 20 ottobre, rimaneva ucciso il Ten. Zarini Ferruccio ed il giorno successivo, 21 ottobre, veniva abbattuto il Ten. Ezio Bevilacqua: lanciatesi con il paracadute, con il corpo straziato in più parti e con una gamba squarciata dai proiettili nemici, giunto a terra, fattosi dare un coltello dai bersaglieri entro i cui capisaldi era caduto, recideva le corde del paracadute e si legava la coscia per frenare l'emoraggia, purtroppo decedeva poco dopo. Il 27, sopra Fuka cadeva il Ten. Caregnato Ettore che, pochi mesi prima, dovendo il suo Reparto rimpatriare, chiedeva ed otteneva di essere aggregato al 4° Stormo per poter continuare a combattere; nel medesimo combattimento veniva abbattuto anche il Ten. Maggini Anselmo. Gli Uomini del Quarto non si erano risparmiati in nessun modo ed il largo tributo di sangue stava a testimoniare; purtroppo erano in arrivo giorni peggiori; gli inglesi, che ai primi di ottobre avevano iniziato a premere contro le nostre linee, erano riusciti ben presto a sfondare grazie ad una superiorità numerica in uomini e mezzi, assolutamente incolmabile. Lo Stormo, con gli aerei ridotti ormai di numero ed in precarie condizioni di efficienza, per la cronica mancanza di parti di ricambio e di motori in particolare, con i piloti e gli specialisti debilitati dalla dissenteria, continuava a resistere e si preparava a sostenere l'urto nemico, anche se consapevole di una nuova ineluttabile ritirata.
 
 

Africa settentrionale
Ottobre 1942 - gennaio 1943
Gli alleati continuavano ad avanzare, era come il dilagare di un fiume, dopo che ha rotto gli argini. Venivano avanti con centinaia di carri dopo che la loro artiglieria aveva rovesciato sulle nostre linee tonnellate di proiettili di ogni calibro, e dietro centinaia di automezzi carichi di truppe di ogni nazionalità, che sollevavano nubi di polvers, e sopra questa polvere i loro aeroplani, a squadriglie, a gruppi. La superiorità numerica aveva loro permesso di schiacciare i nostri capisaldi, scavalcare le nostre trincee, di annientare nostre grandi unità come la Trieste, la Folgore, l'Ariete. Il 4° Stormo, come tutti gli altri nostri reparti aerei, cercava in ogni modo di contrastare l'avanzata nemica, ma gli aerei erano sempre meno e invecchiati, perciò bisognava continuamente ritirarsi su basi più arretrate e di li riprendere a combattere; i piloti si buttavano contro quella massa di velivoli nemici senza nemmeno più contarli, tanto erano numerosi. Agli inizi di novembre si era rimasti quasi senza aeroplani: si volava a rotazione con i pochi rimasti in efficienza; i Macchi 202 atterravano, venivano rapidamente riforniti e via di nuovo in volo con il motore ancora caldo, l'olio surriscaldato, spesso con qualche inefficienza alla quale non si era ovviato per mancanza di tempo. Ormai bisognava abbandonare Fuka, sottoposta ai continui attacchi degli aerei nemici, alle azioni notturne delle colonne fantasma dei Commandos inglesi, che ormai potevano scorazzare a loro piacere nel deserto; durante una di queste incursioni, il personale del Reparto riusciva con coraggiosa abnegazione a salvare vari aeroplani, disattivando numerose mine applicatevi dagli inglesi. Lo Stormo era ormai decimato; a Martuba, primo campo arretrato dopo l'evacuazione di Fuka, il Quarto ricevette finalmente una trentina di Macchi 202 nuovi giunti dall'Italia e con essi i piloti si ributtavano nella lotta, con rinnovato ardore, cercando in tutti i modi, ma invano, di frenare l'avanzata nemica; ricominciava il doloroso ripiegamento verso la Tripolitania; dopo Martuba, Ara Fileni, poi Misurata, e si era così giunti agli inizi di dicembre; il primo del mese, nella zona di Marsa el Brega, cadeva il Ten. Oblach Giuseppe in un combattimento che lo vedeva solo impegnato contro sei velivoli Curtiss P.40; tale sproporzione numerica era ormai divenuta tragica consuetudine. A Misurata lo Stormo riceveva l'ordine di un nuovo arretramento; lo spostamento veniva compiuto in condizioni estremamente critiche: pochi gli aerei efficienti, quasi nessun automezzo, scarsissimi i viveri, eppure il ripiegamento veniva effettuato come da ordini ricevuti ed a metà dicembre i resti dello Stormo erano a Castel Benito, dove giungeva l'ordine di rientro in Italia. Il rientro avvenne entro il mese di dicembre per il X Gruppo mentre il IX rimaneva a Tripoli sino al 15 gennaio 1943. Il 15 gennaio veniva abbattuto su Tripoli il Serg. Magg. Andraghetti Anselmo, ultimo caduto di un ciclo di nove mesi in cui lo Stormo si era, come sempre, sacrificato sino all'estremo; i superstiti del IX Gruppo iniziavano il rientro in patria, compiendo la traversata del Mediterraneo su apparecchi di ogni tipo racimolati sui vari campi della zona, con efficienza a volte molto precaria. Durante questo fortunoso volo di rientro, scomparve il Ten. Moretto Enrico che aveva caricato su di un SM.81 due specialisti, il carteggio dello Stormo e gli effetti personali degli ultimi caduti. In data 20 gennaio tutto il IX Gruppo era rientrato in Italia atterrando con i pochi aerei superstiti a Castelvetrano e da qui veniva inviato a Campoformido (Udine), dove già si trovava il X Gruppo per un periodo di riposo e per riarmarsi sempre sui Macchi 202 e su di una prima aliquota di Macchi 205.
 
 

Italia meridionale - Sicilia
Febbraio 1943 - settembre 1943
II 1943, l'anno tragicamente doloroso per le nostre Forze Armate era ormai iniziato; sull'aeroporto di Udine, il 4° Stormo, ancora una volta ricostituito, era di nuovo sul piede di partenza. La guerra stava ormai investendo tutta la penisola, sulle cui vie di comunicazione, città ed aeroporti, ogni giorno comparivano formazioni sempre più numerose di aerei della 15^ Forza Aerea alleata che operava nell'area del Mediterraneo; erano bombardamenti e mitragliamenti condotti senza più alcuna discriminazione ed era assolutamente impossibile fermare tali formazioni data la enorme, sproporzione numerica a loro favore. Ma il 4° Stormo come gli altri pochi reparti ancora in grado di combattere, si buttò allo sbaraglio per contrastare l'offensiva aerea nemica.
Verso la fine di febbraio il personale del reparto era ormai completamente rientrato dai turni di riposo obbligatorio trascorsi nelle località climatiche di Cervinia, Rapallo, Asiago, S. Remo, Abetone, S. Margherita Ligure, Cortina, poco dopo iniziava un nuovo ciclo operativo. In data 19 marzo parte del X Gruppo veniva trasferito sull'aeroporto di Bresso alla periferia di Milano, per svolgere servizio d'allarme in difesa del maggior centro industriale italiano; durante questo periodo i piloti dello Stormo effettuavano anche vari voli di trasferimento velivoli (Macchi 202 e 205) da Lonate Pozzolo a Ciampino ed in Sicilia; venivano trasferiti in volo al sud anche vari Dewoitine 520 (di preda bellica) dall'aeroporto di Albenga. Ma questa parentesi relativamente calma, doveva avere breve durata; il 22 aprile arrivava l'ordine di trasferimento a Ciampino Sud per provvedere alla difesa aerea di Roma. Nel periodo maggio-giugno lo Stormo veniva continuamente frazionato nelle sue squadriglie e spostato sui vari aeroporti dell'Italia centrale. Da queste basi, con continue partenze su allarme, tentava di contrastare le incursioni degli aerei angloamericani sugli obbiettivi, militari e non, della penisola. Il 30 aprile, durante uno dei tanti voli di trasferimento, precipitava e si incendiava lo SM.81 pilotato dal Ten. De Seta e con a bordo il S. Ten. Lionetto, due piloti da poco assunti in forza dal Quarto: il S. Ten. De Seta moriva nell'incidente mentre il S. Ten. Lionetto decedeva il giorno dopo all'ospedale di Littoria dove era stato trasportato in grave stato. Le squadriglie subivano continuamente vari spostamenti: alcune erano inviate a Furbara (6 maggio), altre a Cerveteri (3 giugno), altre a Capua. Il reparto volava con i Macchi 202 e 205 ed una piccola aliquota di Messerschmitt 109 f. La guerra, con lo sbarco alleato, aveva ormai investito in pieno la Sicilia e lo Stormo veniva così chiamato ad operare sull'isola; dal 20 al 25 giugno, infatti, le sue squadriglie erano state trasferite nella piana di Catania, dove erano state ricavate delle strisce di terra battuta, per il decollo e l'atterraggio degli aerei, nel tentativo di sottrarli alla completa distruzione dagli omnipresent: velivoli nemici. Le squadriglie decollavano più volte al giorno, ed affrontavano le massiccie formazioni angloamericane: era un combattere uno contro cento, senza possibilità di riposo fra un allarme e l'altro, continuamente mitragliati a terra, eppure lo Stormo non cedette mai, anche se attorno ormai tutto crollava e lo sbarco alleato sulle coste dell'isola aveva veramente segnato l'inizio della fine. Descrivere quei giorni eroici, sarebbe troppo difficile, la retorica guasterebbe l'autentica epopea del Quarto. I mesi di giugno e luglio 1943 racchiudono l'olocausto cosciente di tanti uomini dello Stormo, nel continuo susseguirsi dei combattimenti; basterà citare la cronaca cruda e scarna di un giorno qualsiasi di quel periodo: il 5 luglio, giorno in cui furono abbattuti tre piloti del Quarto,.il S. Ten. Ferulli, il S. Ten. Libera ed il Cap. Lucchini considerato a ragione uno dei nostri migliori piloti da caccia; dopo due giorni, il 7 luglio cadeva un'altro pilota, il Ten. Fratini Flavio. Ecco la cronaca dei combattimenti del 5 luglio:

 "84^ Sq. - Alle 10,25 prima partenza su allarme nella seguente formazione Mc.202 Cap. Lucchini, S. Ten. Palma, Cap. Giannella, S. Ten. Dell'Asta; Mc.205 Ten. Mettimano, Serg. Magg. Buttazzi, Serg. Barbera. Il Gap. Giannella ed il Ten. Palma partono con qualche minuto di ritardo perché gli uomini stanno revisionando le armi. Il Gap. Lucchini, il Gap. Giannella, il Ten. Mettimano, il S. Ten. Dell'Asta ed il Serg. Magg. Buttazzi attaccano una formazione di quadrimotori che dall'ovest si dirigono verso Catania. Il Ten. Mettimano mitraglia una fortezza volante, il Serg. Magg. Buttazzi ne mitraglia tre. All'attcrraggio (ore 11.55) manca il Cap. Lucchini; visto per l'ultima volta dal S. Ten. Dell'Asta mentre attaccava i quadrimotori nemici. Durante l'allarme, alcuni del personale a terra dicono di aver visto precipitare un Mc.202 ad alcuni km. ad Est del campo, con il tettuccio chiuso. Una macchina cerca di raggiungere la località, ma non può andare avanti a causa dei bombardamenti sulla zona. Viene portato in campo un pilota americano che era su un bombardiere abbattuto. Nuovo allarme alle 13,25 partono tre Mc.202 e due Mc.205 nella seguente formazione: Gap. Giannella, Serg. Magg. Patrizi, Serg. Magg. Veronesi, Ten. Mettimano, Serg. Magg. Buttazzi. Durante l'allarme una formazione nemica sgancia sul campo; per fortuna solamente alcune bombe centrano la striscia, molte altre scoppiano ai margini. La tenda dalla 90^ Sq. è circondata da grossi crateri. L'americano durante il bombardamento trema e dimostra di aver un po' di paura; per scusarsi dice di non essere abituato ai bombardamenti. Altre grosse formazioni passano sulla testa e bombardano le altre striscie. Sembra che il nemico voglia oscurare il cielo con gli aeroplani. I piloti in volo intercettano numerosi Lockheed e nel combattimento il Cap. Giannella ed il Ten. Mettimano ne abbattono sicuramente uno ciascuno e ne mitragliano altri due. Il Serg. Magg. Patrizi ne abbatte probabilmente uno. Manca all'attcrraggio (Ore 13.55) il Serg. Magg. Veronesi. Mentre si stanno rifornendo gli apparecchi di carburante e munizioni parte su allarme con un Mc.202 il Serg. Magg. Patrizi. Partito alle 14,15 tarda ad atterrare e ci si preoccupa per lui. Alle 15.35 partenza su allarme del Cap. Giannella con un Mc.202 ed il Serg. Magg. Buttazzi con un Mc.205. Atterrano dopo 30' senza novità. Nuova partenza su allarme alle 17.35 con un Mc.202 e il S. Ten. Picchiottini con un Mc.205. Attcrraggio ore 18. Nel tardo pomeriggio giunge al campo una macchina tedesca, dalla quale scende il Serg. Magg. Patrizi dolorante e con scalfitture in varie parti del corpo; il pilota viene accolto con molta gioia dai presenti, i quali fanno circolo attorno a lui per ascoltare l'avventura. Lui racconta di aver attaccato una formazione di Spitfires, mentre ne stava mitragliando uno, un altro gli piombava in coda e non lo mollava più, costringendolo a salvarsi con il paracadute abbandonando l'aeroplano incendiato. Toccava terra nelle vicinanze di Gerbini e veniva raccolto dai tedeschi. Verso sera atterra con un'aeroplano proveniente da Comiso il Serg. Magg. Veronesi. Anche a lui si fanno calorose accoglienze; nella mattinata, dopo aver abbattuto un Lockheed, era costretto ad atterrare fuori campo per piantata di motore. Purtroppo il Cap. Lucchini non fortunato come i due piloti precedenti, non rientrerà più fra noi".

"91^ Sq. - Dalle 07.15 alle 09.25 il Ten. Bertolaso e il Serg. Rusconi eseguono una ricognizione a vista in alto mare alla ricerca di navi nemiche o indizi per l'accertamento di navi affondate. Il Ten. Mecatti, il S. Ten. Silvestri e Miotto effettuano una partenza su allarme alle 10.25. Intercettano una formazione nemica. Il Ten. Mecatti mitraglia un bombardiere, uno Spitfire e abbatte probabilmente un quadrimotore. Alle 11.55 una partenza su allarme. Vi prendono parte quattro nostri apparecchi. Il Ten. Daffara mitraglia due quadrimotori, abbatte un Lockheed e mitraglia altri due Spitfire. Il M.llo Martelli mitraglia due quadrimotori. Il Ten. Terrazzani mitraglia un Lockheed. Alle 14.20 un altro combattimento prova duramente i piloti del reparto. Partono tre Mc.202. Il Ten. Bertolaso mitraglia quattro quadrimotori. Il Serg. Fornaio mitraglia un bombardiere e il S. Ten. Ferrulli nonostante la superiorità numerica del nemico si lancia nella mischia con vero eroismo; riesce ad abbattere un quadrimotore ma, sopraffatto dal numero immolava eroicamente la sua vita nel supremo tentativo di salvarsi con il paracadute lanciandosi da quota insufficiente. Viene  eseguita più tardi  una nuova partenza  su allarme ma senza esito".

" 90^ Sq. - Alle 10.15 viene dato l'allarme sul campo e il M.llo Salvatore, con gregari il S. Ten. Cima e il Serg. Magg. Ceoletta parte in volo con tre Macchi 202. Intercettano sul cielo di Gerbini una formazione di fortezze volanti del tipo Boeing B.17 ne abbattono uno in fiamme e uno probabilmente che si allontana lasciando una scia di fumo, sparando 680 colpi. Il S. Ten. Cima e il Serg. Magg. Ceoletta mitragliano ciascuno un quadrimotore sparando rispettivamente 80 e 50 colpi. L'attcrraggio si effettua regolarmente alle 11.45. L'efficienza si è ridotta a due Mc.202. Alle ore 13.05 partono con i due apparecchi efficienti il Ten. Libera ed il S. Ten. Squarcina. Nella zona di Comiso impegnano un violentissimo combattimento contro numerosi caccia bimotori tipo Lockheed. Il Ten. Libera ne abbatte uno ma non rientra alla base da questo combattimento. Il S. Ten. Squarcina ne mitraglia tre; colpi sparati 185 ed atterra alle 14.20. Una grossa formazione verso le ore 13.30 effettua un bombardamento sul campo, nessuna attività e lievissimi danni al materiale di Squadriglia. Il campo è ancora praticabile con precauzione. Alle ore 13.00 parte su allarme il Ten. Baroni che viene a contatto con la caccia nemica senza poter sparare. Atterra alle 15.00. Dalle 17.30 alle 17.55 altra partenza del Ten. Clauser con il M.llo Salvatore senza avvistamento di aerei nemici. Dalle 20 alle 20.15 crociera sul campo del Ten. Clauser"

Nella notte fra il 13 ed il 14 venivano lanciati paracadutisti inglesi nella piana di Catania; il 19 del mese di luglio il 4° Stormo veniva ritirato sulle piste della Calabria. Da Castrovillari, da Crotone, da Spezzano Albanese i suoi pochi aeroplani efficienti continuavano a contrastare gli aerei nemici nella zona dello Stretto di Messina. Sul canale di Sicilia cadevano, negli ultimi disperati combattimenti, il S. Ten. Nardi Pier Luigi il 14 agosto ed il 4 settembre il S. Ten. Vitale Aldo. Durante la delicata fase del ripiegamento al passaggio dello Stretto si aveva una ulteriore prova della coesione dello Stormo. Dopo che i piloti erano riusciti a partire in volo per Ciampino con tutti i Macchi rimasti in grado di volare, tutti i 700 uomini del reparto, su autocarri, autobus, un carro R.T., autovetture e con tutto il materiale del reparto, traghettavano in perfetto ordine lo Stretto nonostante l'opposizione "mano armata" tedesca. Si giungeva così al doloroso epilogo dell'8 settembre quando l'Italia chiedeva l'armistizio alle forze angloamericane.
 
 

8 settembre 1943
L'armistizio coglieva il 4° Stormo a Gioia del Colle con il IX Gruppo al comando del Magg. Mariotti Luigi, mentre il X Gruppo si trovava a Castrovillari comandato dal Magg. Fassi Roberto. Il Col. Francois avendo appreso alle ore 20 dell'8 settembre dell'armistizio, dava ordine al X Gruppo di trasferirsi, al completo di uomini e materiale, sulla base di Gioia e nello stesso tempo inviava messaggio al Magg. Carlo Ruspoli che comandava la base logistica dello Stormo sull'aeroporto di Pescara, affinchè anche su quell'aeroporto gli uomini non si disperdessero e si provvedesse ad occultare il materiale in attesa dell'arrivo degli alleati che, almeno così si pensava, non avrebbero tardato a raggiungere la città. In quei giorni di estrema confusione, dovuta in gran parte alla grave carenza di ordini, che causò lo sfaldamento della maggior parte dei reparti, il 4° Stormo dava un'ennesima prova di saldezza morale, rimanendo militarmente unito attorno al suo Comandante, primo artefice di tale coesione, ed alla Bandiera. Ecco in poche righe le vicende del Reparto alla data dell'armistizio e nei giorni immediatamente successivi. La mattina del 9 settembre, dopo che il giorno precedente la maggior parte dei velivoli del X Gruppo era atterrata a Gioia, venivano inviati due SM.82 a Castrovillari per accelerare il trasferimento del personale e del materiale del X Gruppo. Il Col. Frangois si recava personalmente con un Macchi 205 sull'aeroporto da evacuare per coordinare le operazioni di sgombero. Nel frattempo da Bari il Gen. Ranza confermava l'ordine per il Quarto di tenersi pronti per il trasferimento in Sardegna; ma alle 18.40 dello stesso giorno il Generale inviava un nuovo ordine: lo Stormo doveva trasferirsi a Lecce, aeroporto sgomberato dai tedeschi; l'ordine veniva eseguito immediatamente ed alle 19.15, erano già partiti 20 Macchi 205, più 9 SM.82 con materiale e specialisti. Da Gioia del Colle aerei del X Gruppo eseguono la prima missione bellica post armistizio : infatti alle 17.45 decollano due Macchi 205 ed effettuano una ricognizione protettiva sulle truppe alleate in fase di sbarco nel Golfo di Taranto. Il 10 settembre, con l'arrivo a Lecce degli ultimi 6 Macchi e di 1 SM.82 decollati da Gioia del Colle, il 4° Stormo era schierato quasi al completo sulla nuova base; mancavano solo gli specialisti ed il materiale che da Castrovillari a mezzo autocolonna era giunto a Gioia al comando del Magg. Fassi e che era in attesa di sfuggire ai tedeschi che ormai avevano circondato il campo con mire aggressive. Alle 16.30 del medesimo giorno il IX Gruppo riceveva l'ordine di trasferirsi immediatamente a Brindisi per provvedere alla difesa della città da eventuali attacchi tedeschi, dato che in essa si erano insediati il Sovrano ed il Governo; quando la formazione si presentò sul cielo di Brindisi venne fatta segno da un nutritissimo fuoco di sbarramento da parte della nostra contraerea, fuoco che colpiva seriamente tre aeroplani che riuscivano a malapena ad atterrare. Un CA.133 dello Stormo in volo da Gioia del Colle a Pescara veniva invece centrato dal tiro dei cannoni tedeschi e dovette compiere un atterraggio di fortuna presso Zapponeta (Foggia); l'equipaggio formato dal Serg. Magg. Savina Giuseppe ed il 1° Av. motorista Tedone Vincenzo, catturati in un primo tempo dai tedeschi, riuscivano di notte a fuggire ed a rientrare con mezzi di fortuna a Gioia. Il giorno 12 si riusciva a recuperare dalla base di Pescara ed a trasferire a Lecce con gli SM.82 vario materiale ed un gruppo di specialisti; inoltre con piloti inviati a Pescara venivano portati in volo a Lecce 8 Macchi 202 completamente revisionati. Da Brindisi il IX Gruppo compiva nei primi giorni postarmistiziali alcune operazioni di ricognizione; anche il X Gruppo iniziava ad operare inviando il 13 settembre una coppia di Macchi sull'isola di Corfù in ricognizione offensiva. I giorni più caotici dell'armistizio erano così passati: il 4° Stormo con il IX Gruppo a Brindisi e con il X Gruppo a Lecce era di nuovo pronto ad entrare in azione secondo gli ordini che il legittimo governo avesse emanato. Il Reparto aveva in forza una ventina di Macchi 205 e circa cinque 202 bellicamente efficienti, agli ordini del Col. Francois: il IX Gruppo comandato dal Cap. Mariotti con la 73^ 96^ e 97^ Sq. comandate rispettivamente dal Cap. Reiner Giulio, Cap. Annoni Emanuele, Ten. Dafferà Vittorino; X Gruppo al comando del Magg. Roberto Fassi: con la 84^, 90^ e 91^ Sq. comandate rispettivamente dal Cap. Giannella Luigi, Cap. Piccolomini Ranieri, Ten. Mecatti Mario. Tutti questi uomini, come gli altri piloti e specialisti, erano i superstiti di tante battaglie combattute dal Reparto in tre anni di guerra, uomini che accettarono l'armistizio come una dolorosa necessità a cui non si poteva sfuggire, ma che erano pronti a combattere di nuovo, non perché dalla parte del vincitore, ma perché era l'unica scelta che avrebbe permesso alla nostra Aeronautica di sopravvivere e su quella strada, senza tentennamenti, il Quarto ricominciava a combattere ed a pagare di persona con il sacrifìcio di tanti altri suoi piloti.
 
 

Settembre 1943 - dicembre 1943
Lo Stormo iniziava a svolgere una intensa attività sulle Puglie e sull'Adriatico, per tener sotto controllo i movimenti dei tedeschi in ritirata, e tentava, in quel primo periodo postarmistiziale, con i pochi mezzi efficienti, e malgrado la grave penuria di carburante, di portare aiuto ai nostri soldati della divisione Acqui, che non aveva accettato di arrendersi ai tedeschi nelle isole di Cefalonia e Corfù. Purtroppo in quei giorni il Reparto doveva contare esclusivamente sulle proprie risorse sia materiali che morali, poiché il nostro governo era ancora, militarmente parlando, del tutto assente, ed i nuovi alleati per il momento si mostravano molto diffidenti. Il 18 settembre il Gen. Sandalli in visita all'aeroporto di Lecce esprimeva tutto il suo apprezzamento per come il Quarto si era comportato durante le giornate immediatamente successive all'armistizio; intanto venivano continuate le missioni sul territorio albanese ed iugoslavo, in particolare si compivano molte missioni di scorta ai Re. 2002 del "5° Stormo tuffatori", impegnati in azioni di mitragliamento e bombardamento a tuffo su Coritza, Corfù, Durazzo, Valona, Devoli, Tirana, Sciack ecc., contro truppe ed imbarcazioni germaniche. Velivoli del Quarto venivano impiegati anche per mantenere i contatti con i nostri reparti rimasti isolati ed accerchiati dai tedeschi nei Balcani, in modo particolare venivano eseguiti vari lanci di messaggi nella zona di Coritza e Drenova per la nostra divisione Venezia unico nostro Reparto ancora organicamente unito. In una di queste azioni il 21 settembre lo Stormo perdeva il suo primo pilota dopo l'armistizio; il S. Ten. Negri Carlo, partito in sezione con un'altro Macchi 205, veniva, su Coritza, colpito dalla contraerea; il suo gregagario Serg. Magg. Bombardini lo vedeva tentare un'atterraggio di fortuna sull'aeroporto di Coritza e uscire incolume dal velivolo; ma poco dopo il Negri veniva catturato dai tedeschi, che lo fucilavano, definendolo "sporco badogliano". Sempre il 21 settembre lo Stato Maggiore dell'Aeronautica disponeva che che il X Gruppo da Lecce si trasferisse a Brindisi; il trasferimento era portato a termine in serata, così che il 22 il Quarto era di nuovo riunito al completo dei suoi due Gruppi. Il 25 settembre avveniva il primo scontro aereo dopo l'armistizio; una pattuglia del Quarto attaccava nella zona di Corfù tre idrovolanti tedeschi del tipo Arado e due caccia Me. 109 che li scortavano; il Cap. Annoni, capopattuglia, abbatteva un Messerschmitt. Agli inizi di ottobre e precisamente il giorno 6, tre Macchi 205, due del IX ed uno del X, pilotati rispettivamente dal Magg. Ruspoli, Cap. Mariotti, e dal Cap. Piccolomini, si trasferivano in mattinata a Foggia, da dove, dopo il rifornimento, ripartivano alle 11.20 per lanciare un messaggio su Roma, ancora occupata dai tedeschi. Il cap. Piccolomini era costretto a rinunciare alla missione perché bloccato a Foggia da una avaria ai freni; il lancio del messaggio da parte degli altri due Macchi avveniva regolarmente con un passaggio a bassa quota con direttrice Ponte Milvio, Porta S. Paolo; il testo del messaggio era il seguente:
 
 

Cittadini di Roma: il pensiero dei vostri cari oltre la linea del fuoco è con voi in ogni istante ... Fidate e sperate. L'ora della liberazione si avvicina di giorno in giorno sotto la inesorabile spinta delle Civiltà democratiche. Questo è il saluto di tutti i fratelli liberi, ve lo hanno portato gli aviatori d'Italia sulle loro ali tornate alfine a rintuzzare l'insulto dell'eterno nemico della civiltà e della razza, sulle loro ali benedette dalle coccarde tricolori di Vittorio Veneto al cui fianco volano, per gli azzurri cicli della Patria, la vittoria e la libertà.

In data 12 ottobre 1943 nuovo trasferimento: tutto lo Stormo deve riportarsi sulla base di Lecce e il movimento viene compiuto immediatamente; il giorno seguente tutto il Reparto era riunito sulla nuova sede operativa. Due giorni prima, e precisamente il 10, era stato costituito il "Raggruppamento Caccia" di cui entravano a far parte il 4° Stormo Caccia, (IX e X Gruppo) il 5° Stormo Tuffatori (101° e 102° Gruppo), ed il XXI Gruppo Autonomo Caccia; il comando del nuovo raggruppamento veniva assunto dal Col. Armando Francois, il quale lasciava perciò il comando del Quarto assunto interinalmente dal Magg. Fassi Roberto. Il 16 ottobre lo Stormo compiva la prima azione di cooperazione con gli alleati, eseguita da reparti italiani dopo l'8 settembre; infatti 8 velivoli Macchi 205 scortavano una formazione di P. 38 americani, in azione offensiva sulla base di Leucas (Grecia). Lo stesso giorno rientrava al reparto dopo un'avventurosa fuga dai territori occupati il Ten. Salvi Eugenio. Il 23, nella zona di Berame, il Serg. Magg. Bladelli abbatteva un trimotore Ju. 52.

1° novembre 1943: durante un'attacco all'aeroporto di Podgoritza compiuto da 16 Macchi 205 del reparto (sei del IX e 10 del X) in cooperazione con altri 6 macchi 202 del XXI Gruppo, venivano mitragliati gravemente 13 Me 109, 2 Ju52, 2 He 111, 1 Fw 190; dopo l'attacco al suolo si sviluppava un combattimento aereo nel cielo del campo con una formazione di Me. 109: due nostri aerei venivano colpiti gravemente dai caccia tedeschi, un altro dalla contraerea, un Ju 52 veniva abbattuto in fiamme dai nostri cacciatori. Tutti i nostri velivoli, compresi quelli colpiti, atterravano regolarmente a Lecce. I combattimenti e i mitragliamenti proseguivano e si intensificavano durante i mesi di novembre e di dicembre ed il 1943 terminava con la visita alla base di Lecce (31 dicembre) compiuta dal Gen. Piacentini, appena rientrato dalla prigionia e che aveva assunto il comando dell'Unità Aerea; presente il Col. Francois, il Gen. Piacentini donava al Reparto un tricolore, che i prigionieri italiani del Kenia donavano ai loro fratelli in armi.
 

Gennaio 1944 - giugno 1944
II 1° gennaio 1944 viene costituito in seno al Reparto il XII Gruppo. Esso era formato dalla 73^ Sq. del IX e della 91^ del X. Il 15 gennaio il X Gruppo si trasferiva a Palata (Foggia) per compiere un ciclo operativo sulla lugoslavia, mentre il IX rimaneva a Lecce, il X era posto alle dirette dipendenze della Balkain Air Force alleata. Poiché il Macchi 205 non aveva autonomia sufficiente per effettuare missioni di scorta a velivoli da trasporto impegnati negli aviorifornimenti alle truppe nazionali operanti contro i tedeschi in lugoslavia, gli specialisti del Quarto provvedevano a modificare i 205 armati di cannoni alari da 20 mm, togliendo le due mitragliatrici da 12,7 poste in fusoliera e piazzando al loro posto un serbatoio ausiliario di carburante, per cui l'autonomia dei velivoli risultava di oltre 3 ore con un raggio d'azione di circa 600 Km. Tale modifica venne iniziata il 20 gennaio su di un primo aereo già in revisione; oltre a questi lavori gli specialisti, fra enormi difficoltà, continuavano a ricostruire ex novo « 202 » e « 205 » con materiali recuperati in vari campi del Sud. Il Comando dello Stormo dal 9 gennaio veniva assunto dal Cap. Luigi Monti, mentre il Magg. Fassi veniva destinato ad altro incarico presso l'Unità Aerea. Nei primi tre mesi del 1944, mentre il IX rimaneva a Lecce con compiti di copertura ed organizzativi, e per compiere missioni di scorta ai plurimotori sull'Albania, il X Gruppo dalla pista di Palata compiva continue operazioni contro posizioni e naviglio tedesco in lugoslavia e lungo le sue coste. La baia di Dubrownica, di Fioca, di Ston, di Vela, il canale di Curzola, l'isola di Lissa, di Lesina, di Brazza, Sabbioncello, le linee ferroviarie iugoslave, erano i quotidiani obbiettivi dei 205 del X Gruppo. Il 1° aprile il Magg. Mariotti assumeva il comando dello Stormo essendo stato il Cap. Monti destinato ad altro incarico. Le azioni continuano, si decollava più volte al giorno, con l'assillo di una doppia traversata dell'Adriatico, con aeroplani ormai molto logorati; l'il aprile durante il mitragliamento ad un treno il Ten. Mecatti colpito dalla reazione contraerea doveva lanciarsi con il paracadute, riusciva però a rifugiarsi fra i partigiani iugoslavi, rientrando al reparto non molti giorni dopo. Il 19 dello stesso mese il 4° Stormo riceveva un nuovo ordine di trasferimento sulla pista di Nuova (Termoli), trasferimento completato il 25 aprile. Di nuovo le azioni del X rinforzato da aerei del IX Gruppo si intensificavano: caccia nemici se ne incontravano raramente ma i piloti del reparto dovevano fare i conti con la contraerea germanica sempre intensa e precisa. Il 4 maggio, appunto dalla contraerea, veniva colpito il S. Ten. Larsimont Pergameni Edgardo, del IX Gruppo, che con altri cinque velivoli era impegnato in una missione di scorta a nostri Cani Z. 1007 che dovevano lanciare rifornimenti a nostre truppe nella zona di Kolasin (Albania). Il pilota era costretto ad abbandonare il velivolo e si lanciava con il paracadute in mare a circa 15 Km. al largo di Capo S. Cataldo (Lecce). Nonostante le intense ricerche protrattesi per due giorni sia con aerei sia con mezzi navali il pilota non veniva più ritrovato; egli era il fratello del Magg. Larsimont Antonio comandante del IX, ucciso da bombardamento inglese su Sidi el Barrani nel 1942. Gli aerei ormai abbisognavano sempre più di lunghe revisioni, rese problematiche dalla solita mancanza di parti di ricambio, per cui le avarie in volo divenivano sempre più frequenti, costringendo i piloti a continui rientri improvvisi e ad attcrraggi di fortuna. Per cause imprecisate ma quasi certamente connesse appunto al logorio delle macchine, precipitava durante un volo di trasferimento da Lecce a Brindisi, il ten. Castelli Nazario, che rimaneva ucciso nell'incidente. In giugno giungeva un nuovo ordine: il 4° Stormo veniva riequipaggiato con velivoli americani tipo P. 39 Airacobra; perciò veniva lasciata la base di Nuova, per spostarsi sulla pista di Campo Vesuvio appunto per eseguire il passaggio sui nuovi velivoli.
 
 

Agosto 1944 - dicembre 1944
Come visto, il Superiore Comando alleato decideva in luglio di assegnare la pista di Campo Vesuvio (Napoli), quale sede per il passaggio e l'addestramento dei piloti del 4° Stormo sull'aereo P.39 Aircobra di cui era stato dotato il Reparto, in sostituzione dei Macchi 205 ormai non più impiegabili bellicamente.
Gli Aircobra assegnati erano macchine con una media di circa 100 ore di funzionamento, quindi non molto sfruttate ma erano state accantonate e praticamente abbandonate da qualche tempo sull'aeroporto di Capodichino dai reparti inglesi ed jugoslavi che li avevano avuti in dotazione; ciò aveva enormemente nociuto alla loro efficienza; in ogni modo i 149 aeroplani dovevano essere trasportati in volo a Campo Vesuvio. I Comandanti italiani visitata la località si erano opposti alla scelta fatta dagli angloamericani per una serie di validissime ragioni tra cui:
a) Fondo del' campo coperto da uno strato di sabbia silicea di origine vulcanica, estremamente volatile per cui facilmente ingeribile da parte dei motori con noie e guasti conseguenti;
b) il campo era isolato dai vari servizi, officine, ecc., il che avrebbe creato notevoli difficoltà logistiche ed operative;
e) la pista, situata fra due colline, si trovava in una zona accidentata, circondata da boschi, uliveti, frutteti con serio pregiudizio, quindi, per la sicurezza del volo.
Ma il 4° Stormo, cosciente dei compiti bellici che ancora lo attendevano, compiva l'addestramento subendone tutti i disagi e con il sacrifìcio del S. Ten. Moresi Armando, entrato in vite a bassa quota, del Serg. Magg. Martinoli Teresio, uno dei veterani del Reparto, per rottura dell'ingranaggio del riduttore, il 25 agosto; ed il 27 settembre del S. Ten. Silvestri per piantata di motore e scoppio del serbatoio ausiliario all'impatto violento con il terreno. Oltre ai tre caduti, vari piloti rimasero feriti in modo più o meno grave nei molti incidenti di quel periodo addestrativo: il 21 luglio il M.llo Martelli, il1 3 agosto il Ten. Clauser, il 7 settembre il Serg. Novello ed il Ten. Rizzitelli, il 9 settembre il S. Ten. Stoppani, il 14 il Ten. Zaniolo ed altri. Alla fine di settembre il Quarto era di nuovo in linea a Leverano, poi, poiché questa pista era stata resa impraticabile dalle piogge, a Galatina (Lecce) da dove iniziava un pesante e fruttuoso ciclo operativo contro treni, colonne meccanizzate e naviglio nemico in ritirata nella zona balcanica. Come si è detto, il Reparto era costituito dal gennaio del 1944, secondo gli ordini alleati, su tre gruppi : il IX, il X, il XII ognuno dei quali su due squadriglie per cui l'organico totale rimaneva invariato; ogni giorno e più volte al giorno, i P.39 dello Stormo pesantemente armati, con un cannoncino nel mozzo dell'elica calibro 37 e varie armi calibro 12,7, più bombe alari da 250 libbre, od una ventrale da 500 libbre, attaccavano a bassa quota gli obbiettivi designati; gli attacchi erano condotti con tale determinazione ed audacia da suscitare l'ammirazione dei comandi alleati e dei comandanti partigiani slavi. La contraerea tedesca, numerosa ed efficientissima, spesso colpiva gli aerei che rientravano danneggiati anche in modo grave. Anche nel secondo semestre del 1944 lo Stormo perdeva altri suoi piloti. Dal diario di quei giorni, si riporta l'attività del 4 novembre, giorno in cui il Quarto perse il Ten. Clauser. Nella stessa azione il Ten. De Ferrari, lanciatosi con il paracadute, riusciva con l'aiuto dei partigiani locali a rientrare in sede il 23 novembre:
 
 

 ...4 novembre 1944, alle ore 08.50 due P.39 decollano da Galatina per una ricognizione offensiva sulla zona Budva-Cettigne-Klepot-Podgorica-Scutari. Nella baia di Budva sono stati osservati tre battelli lunghi circa 10 metri. Non è stato osservato traffico militare sulle strade sopracitate eccetto un camion medio a 20 km. a sud-est di Alessio che veniva attaccato e distrutto con cinque passaggi di due aeroplani. Alle ore 09.25 partono quattro P.39 del X Gruppo per una ricognizione offensiva sulla strada Scutari - Prizzlen. Atterrano a missione ultimata alle 11.35 ed i piloti segnalano quanto segue. A due km. da Puke sono stati attaccati quattro automezzi pesanti, due autovetture chiuse ed un camioncino. Durante i tre passaggi fatti, la formazione colpiva una autovettura che esplodeva e danneggiava seriamente tutti gli altri automezzi. A 5 km. est di Arrs sono stati attaccati con un passaggio circa 10 automezzi pesanti fermi nelle vicinanze di alcuni capannoni ai margini della strada, tre automezzi sicuramente immobilizzati, altri colpiti. Viene inoltre segnalata a 15 km. ad ovest di Kukes un'autocolonna di circa 100 automezzi diretta verso Prizzlen. Essa non è stata attaccata per esaurimento delle munizioni. Sulla zona 10/10 di copertura. Alle ore 12.00 decollavano un P.39 del IX Gruppo ed uno del X per una ricognizione offensiva nella zona del lago di Scutari. Riatterrano dopo 15 minuti di volo per disturbi tecnici. Alle ore 12.10 partono quattro P.39 del X per una azione di bombardamento a tuffo sul ponte di Scutari. Due aerei rientrano alle ore 13.00 per disturbi tecnici. Gli altri hanno sganciato le bombe nelle immediate vicinanze del ponte senza colpirlo. Reazione antiaerea di armi leggere situate nelle adiacenze del ponte stesso sull'obbiettivo e nella zona, 7/10 di copertura, visibilità variabile buona. Alle ore 13.30 partono quattro P.39 del X Gruppo per un'azione di bombardamento sul ponte di Vanj-Dejes. Un velivolo rientra alle 13.50 per disturbi tecnici, dopo aver sganciato la bomba in mare. La formazione sgancia tre bombe da 500 libbre che scoppiano nelle vicinanze del ponte. Condizioni atmosferiche buone sull'obbiettivo e sulla rotta. Alle ore 13.30 decollano altri quattro P.39 del X Gruppo per un'azione di bombardamento a tuffo sul ponte Vanj-Dejes. Atterrano alle ore 15.00. Le quattro bombe sono state sganciate regolarmente; una esplodeva sull'argine alla base del ponte, la seconda sotto il ponte e le altre due vicinissirne all'obbietivo. Complessivamente il ponte è da ritenersi danneggiato. Alle ore 13,55 partono quattro P.39 del IX Gruppo per un mitragliamento nella zona di Kukes. Mitragliano con due passaggi un gruppo di automezzi senza poter rilevare gli effetti del tiro a causa della foschia molto densa. Si ritiene che tre camions siano efficacemente colpiti. Intensissime reazioni controaeree da parte di forse quaranta mitragliere ed alcune batterie di medio calibro, che vengono attaccate e mitragliate con un passaggio. La formazione atterra regolarmente alle ore 16.00. Alle ore 14.00 partono tre P.39 del IX Gruppo per un'azione di mitragliamento contro un'autocolonna nella zona di Kukes. I mezzi vengono attaccati con un passaggio. Reazione antiaerea molto intensa da parte di forse 50 armi di medio calibro sistemate sui crinali delle colline e ai lati della strada. Condizioni atmosferiche invariate. La formazione atterra alle ore 16.10. Alle ore 14.05 partono cinque P.39 del X Gruppo per mitragliare i mezzi segnalati nella zona di Kukes. Atterrano a missione ultimata alle ore 16.10. L'attacco è stato effettuato con un passaggio di cinque aerei. Il capo formazione Ten. Clauser Fabio colpito all'ala destra ed al serbatoio supplementare dirigeva verso sud seguito da un gregario. In seguito all'esplosione del serbatoio incendiatosi il pilota si lanciava con il paracadute nel punto 41° 54' latitudine nord 20° 19' longitudine est. Toccava terra presumibilmente incolume e veniva visto allontanarsi dal posto accompagnato da una persona accorsa sul luogo. Il Ten. De Ferrari Marco, secondo gregario della formazione veniva perso di vista a causa dei numerosi banchi di nubi basse nella zona e non rientrava alla base. Reazione contraerea intensa e precisa da parte di forse 50 armi di medio calibro...

 

Il 28 dello stesso mese altro duro sacrificio dello Stormo, nella medesima azione cadevano colpiti in pieno dalla solita contraerea il Ten. Silvio Barbasetti ed il Serg. Molteni Natale. Due giorni dopo da un'altra azione di mitragliamento nella zona di Podgoritza, non rientrava il Ten. Rizzitelli Francesco, precipitato gravemente ferito al viso nei pressi di Virpazar, mentre nello stesso giorno il Ten. Giusto Raffaele abbattutto da un colpo che colpiva il motore riusciva a lanciarsi ed a rientrare il 13 dicembre in Italia. Ma la perdita più grave il Quarto doveva subirla il 27 dicembre; durante uno dei soliti attacchi a bassa quota il capo formazione Magg. Luigi Mariotti comandante dello Stormo, centrato dal tiro contraereo precipitava al suolo perdendovi la vita. Il 1944 si chiudeva così con la scomparsa di un altro Comandante; la tradizione di sacrificio e di eroismo non era mutata. In occasione della morte del Magg. Mariotti il reparto riceveva i due seguenti telegrammi:
 
 

Dal Comando Forza Aerea alleata Balcan Air Forces

"Vi prego di esprimere la più profonda simpatia al 4° Stormo per la perdita del maggiore Mariotti / Questo ufficiale era tenuto nella più alta stima da tutti gli ufficiali Alleati / Per il suo magnifico esempio di valore e di comando di cui qualsiasi aviazione del mondo potrebbe essere giustamente orgogliosa / Io spero che lo Stormo continui a mantenersi alla altezza delle sue tradizioni /./ f.to A.V.M. Bowen Buscarlet."
"II vice Maresciallo dell'Aria Eliott comandante della Balcan Air Forces : ora in ospedale a Napoli / Mi prega ditrasmetterVi il suo sincero cordoglio per la perdita del Magg. Mariotti / Egli era ben conscio dell'alto livello di capacità e di valore di questo ufficiale che era uguagliato da tutti i piloti del 4° Stormo /./ A.V.M. Bowen Buscarlet."»


 

Gli ultimi mesi del II Conflitto Mondiale
Gennaio 1945 - giugno 1945
Lo Stormo all'inizio del 1945 era ancora dislocato a Galatina da dove continuava ad operare sull'Albania e la Jugoslavia meridionale, ma le truppe germaniche si stavano ormai ritirando verso il nord, per cui si rendeva necessario un nuovo spostamento del Reparto. Infatti il 7 febbraio il IX Gruppo al comando del Cap. Annoni Emanuele, con 12 velivoli si trasferiva sulla pista di Canne ove gli specialisti ed il personale dei servizi, arrivativi una decina di giorni prima, avevano provveduto ad innalzare le tende che dovevano ospitare i piloti ed il personale in forza al Gruppo. L'attività bellica nel periodo, fra gennaio e la prima quindicina di febbraio, si era di molto ridotta a causa delle condizioni atmosferiche proibitive imperversanti sugli obiettivi iugoslavi assegnati allo Stormo; anche la pista di Canne era resa impraticabile da una forte nevicata. Il giorno 11 febbraio durante voli di addestramento al bombardamento a tuffo che venivano compiuti al largo di Lecce, un velivolo dopo lo sgancio della bomba, non richiamava infilandosi in mare; il pilota scomparso fra le onde era il Serg. Magg. Pacces Gennaro. L'attività bellica riprendeva regolarmente ed intensamente verso la seconda metà di febbraio; i P.39 dello Stormo attaccavano automezzi e treni in movimento sulle strade e lungo le ferrovie iugoslave. Lo Stormo era passato al comando interinale del Cap. Piccolomini dopo la scomparsa del Magg. Mariotti. L'8 marzo anche il X Gruppo si trasferiva a Canne (il XII operava con le sue due squadriglie aggregate agli altri due Gruppi) ed il Quarto intensificava ancor più le sue azioni. Comandante in seconda era il Cap. Veronesi Natale. Gli aerei dello Stormo per avere l'autonomia necessaria a battere gli obiettivi lontani, decollavano da Canne, atterravano sull'isola di Vis, vicino alla costa iugoslava, sede di reparti inglesi ed iugoslavi, rifornivano e da Vis partivano per l'azione offensiva, seguendo la medesima procedura per il rientro. Ogni giorno le pattuglie del Quarto erano in volo e portavano i loro attacchi a quota minima contro autocolonne e treni; centinaia di automezzi di tutti i tipi e decine di locomotive e vagoni venivano distrutti nella primavera del 1945. Era un'attività di grande proporzione, incessante, che impegnava duramente specialisti e piloti, mentre la reazione contraerea era sempre intensa e precisa. Il 2 marzo durante un attacco in picchiata contro un'autocolonna tedesca nella zona di Seraievo il Serg. Micheloni Mario al termine dell'affondata si staccava dalla formazione, probabilmente perché colpito dalla fortissima reazione contraerea; purtroppo il 10 dello stesso mese i partigiani iugoslavi comunicavano che il pilota era deceduto nel tentativo di compiere un atterraggio di fortuna presso Itmotski. Il 1° maggio con una ricognizione offensiva di due P.39 nella zona di Zagabria terminava l'attività bellica del 4° Stormo, a causa della cessazione delle ostilità avvenuta tre giorni dopo. Dopo qualche giorno di naturale stasi, il Reparto iniziava l'attività di pace con normali voli d'allenamento, ed il 25 maggio i Gruppi lasciavano Canne e si trasferivano in volo a Lecce, nuova sede dello Stormo. Il personale di manovra con il materiale pesante rientrava da Canne solo il 29 giugno data in cui tutto il reparto al completo era di nuovo riunito sull'aeroporto di Galatina (Lecce). Il 15 agosto il Cap. Piccolomini lasciava il comando dello Stormo al Magg. Veronesi Natale. Intanto l'attività addestrativa proseguiva normalmente e il 12 dicembre, sulla base di Lecce, aveva luogo la prima manifestazione aerea militare del dopoguerra in Italia. Il 4° Stormo era presente con sette P.39 del IX e quattro del X (il 10 ottobre il XII Gruppo era stato disciolto e le sue squadriglie 73^ e 91^ Sq. riassorbite dai Gruppi originari) ; i piloti eseguivano passaggi in pattuglie con varie formazioni, attacchi di mitragliamento a volo radente e bombardamento in picchiata. Le autorità militari alleate e nazionali presenti sul campo esprimevano al comandante del Reparto il loro compiacimento per la perfezione delle manovre eseguite. Durante l'anno 1945, e precisamente il 5 maggio, terminava per l'Italia una guerra che aveva visto il 4° Stormo sempre presente dove più la lotta era stata cruenta; l'elevato numero dei suoi Caduti, i continui sacrifici sopportati da tutto il personale, la decisione in combattimento, la fermezza e la disciplina durante i giorni oscuri dell'armistizio, sono il consuntivo del reparto che dall'inizio alla fine del conflitto fu praticamente sempre in linea. La concessione della Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Bandiera di guerra del 4° Stormo, avvenuta nell'aprile del 1949, costituisce il riconoscimento della Patria al sacrificio degli uomini del Quarto. Oltre ai caduti ricordiamo i nomi di tanti suoi Piloti che furono o sono ancora nelle sue file, tutta gente in gamba, Gente del Quarto!
 
 

Riepilogo attivita' 8 settembre 1943 - 8 maggio 1945


Numero Ore/Peso
voli per operazioni belliche (esclusi i trasporti) 4.799,00
voli per trasporti non su territorio nemico 202,25
voli per trasporti su territorio nemico (lancio manifestini,  ecc.) 8,55
voli non bellico (addestr. prove vel.) 4.667,45
azioni  belliche 688
lancio messaggi e manifestini 6
aviorifornimenti   italiani  in   albania 1
voli non bellici 5.365
voli   per   trasporti   su   territorio   nemico 233
mitragliamenti 270
crociere,  caccia  libera,  interdizione 16
ricognizioni   offensive 225
ricognizioni  atmosferiche 12
scorte ad aerei 97
bombardamenti 49
partenze  su  allarme 2
ricerche  naufraghi 10
combattimenti  aerei  sostenuti 4
aerei  impiegati  in  operazioni   belliche 3.218
 materiale trasportato  110 quintali
passeggeri  trasportati 18
Ju  52 abbattuti 2
Me 109 abbattuti 1
velivoli   distrutti   al   suolo 2
autocarri distrutti  67
trattori  pesanti distrutti  2
autofurgoni distrutti  1
motocarrozzette distrutte 1
autovetture distrutte 1
cariaggi distrutti  50
velieri a tre alberi distrutti  1
velieri  a  due  alberi distrutti  5
motoscafi distrutti 8
motobarche distruttie 6
motozattere distrutte 3
radiolocalizzatori distrutti 1
postazioni  contraeree distrutte 1
locomotive distrutte 6
vagoni distrutti 8
cisterne distrutte 1
uomini deceduti 8
dispersi 6
feriti 5
velivoli non rientrati 15
velivoli danneggiati 37
perdite di velivoli per cause accidentali 9
 bombe  lanciate  su  obbiettivi  nemici 235
peso complessivo bombe lanciate su obbiettivi nemici 54.075 kg.
colpi sparati in missioni belliche 295.432
Me109 mitragliato e danneggiato al  suolo 27
Ju 52 mitragliato e danneggiato al  suolo 10
Ju 88 mitragliato e danneggiato al  suolo 2
He111 mitragliato e danneggiato al  suolo 7
Fw.190 mitragliato e danneggiato al  suolo 2
Do. 217 mitragliato e danneggiato al  suolo 2
G. 50 mitragliato e danneggiato al  suolo 12
MC.200 mitragliato e danneggiato al  suolo 3
motoscafi mitragliati e danneggiati 10
motozattere mitragliate e danneggiate 20
rimorchiatori mitragliati e danneggiati 2
cisterne mitragliate e danneggiate 1
traghetti mitragliati e danneggiati 1
piroscafi mitragliati e danneggiati 7
velieri mitragliati e danneggiati 34 
barconi mitragliati e danneggiati 26 
imbarcazioni  leggere mitragliate e danneggiate 80
chiatte mitragliate e danneggiate 4
zattere da sbarco mitragliate e danneggiate 14
autocarri mitragliati e danneggiati 131
autobus mitragliati e danneggiati 1
autovetture mitragliate e danneggiate 3
stazioni ferroviarie mitragliate e danneggiate 3
locomotive mitragliate e danneggiate 24 
vagoni mitragliati e danneggiati 499
postazioni contraeree mitragliate e danneggiate 21
baraccamenti mitragliati e danneggiati 17
capannoni mitragliati e danneggiati
accampamenti mitragliati e danneggiati 1
carriaggi mitragliati e danneggiati 14 

 
Riepilogo generale attivita' bellica 1940 - 1945


10/6/40
31/12/40
1/1/41
8/9/43
8/9/43
8/5/45
Totale 
10/6/40
8/5/45
Voli di guerra ore 14265,00' 14265,00' 4807,55' 23949,55'
Voli vari ore 3857,40' 9655,05' 4870,10' 18382,55'
Azioni belliche varie numero 1312 2154 695 4161
Sortite per azioni belliche 5480 11223 3218 19921
Combattimenti sostenuti 40 259 4 303
Apparecchi abbattuti 95 487 3 585
Apparecchi probabilmente abbattuti 29 186
__ 
215
Apparecchi mitragliati in volo 82 1357
__
1439
Mitragliamenti a volo radente 28 43 270 341
Bombardamenti a tuffo
__
__
49 49
Apparecchi perduti in azioni belliche 20 54 15 89
Piloti perduti (Caduti o Dispersi) 7 45 14 66
Piloti abbattuti in combattimento e fatti prigionieri 3 3
__
6
Piloti feriti 14 41 5 60
Medaglie d'Oro al V.M. concesse a piloti 1 8 4 13
Ricompense al V.M.concesse alla Bandiera 1 M.V.M. 1M.A.V.M.