Storia del 1° Stormo Caccia

di Roberto Bassi

Quando si parla del 1° Stormo Caccia viene spontaneo associare a questa unità, il nome della località che si legò alla sua storia e leggenda, Campoformido. Ma il 1° Stormo non nasce in Friuli, in questa terra di confine diventa mito, ma mette le ali a Brescia, il 7 maggio del 1923 traendo origini dal Raggruppamento Caccia e diventa quindi la prima unità organica da caccia della neonata Regia Aeronautica. Il primo conflitto mondiale si è concluso da pochi anni e alcuni apparecchi da caccia superstiti, salvati dall’ondata liquidatrice, vanno ad equipaggiare il nuovo Stormo; sono gli Hanriot HD 1, gli SPAD VII e XIII. Accanto ad alcuni nomi celebri del passato conflitto si aggiungono nuove e giovani ali forgiate nelle scuole civili e militari dell’epoca. Lo Stormo è formato da tre Gruppi di volo; il 6°, con sede ad Aviano, il 13°, a Venaria Reale e il 23° basato a Cinisello Balsamo. Nel mese di maggio del 1924 lo Stormo viene trasferito a Lonate Pozzolo e l’inizio dell’anno successivo lo vede articolato con questa composizione organica: 6° Gruppo Caccia (73^, 79^ e 81^ Squadriglia), 17° Gruppo Caccia (71^, 72^, 80^ e 83^ Squadriglia) e 23° Gruppo Caccia (70^, 74^ e 75^ Squadriglia) sulla base madre di Lonate Pozzolo; 7° Gruppo Caccia (76^, 84^ e 91^ Squadriglia) basato a Ciampino Sud e 13° Gruppo Caccia (77^, 78^ e 82^ Squadriglia) che opera dalla base torinese di Venaria Reale.
Il 1925 è anno di grandi trasformazioni ed evoluzioni in seno alla forza armata aerea e nel mese di dicembre la formazione del 2° Stormo Aeroplani da Caccia richiede la cessione del 7° e del 13° Gruppo. Vengono costituite inoltre l’88^ e la 90^ Squadriglia Caccia (equipaggiate con il nuovissimo FIAT  CR.1) e il 23° Gruppo lascia la base di Lonate alla volta dell’aeroporto milanese di Cinisello Balsamo. Durante il 1925, sotto l’esperta guida del Col. Vincenzo Lombard, nonostante l’acquisizione di nuovo materiale di volo (CR.1 e Ni.29 che presenta gravi problemi tecnici) che rallenta la normale attività di volo, lo Stormo esegue ben 12.350 ore di volo vincendo, per la quarta volta consecutiva, la prestigiosa “Coppa Baracca” con la sua 81^ Squadriglia e partecipando attivamente alle principali attività addestrative della Forza Armata. Nel dicembre del 1926  anche il 23° Gruppo Caccia entra a far parte del 2° Stormo stabilizzando la composizione organica del 1° Stormo che continua nella sua attività addestrativa nell’attesa del pianificato trasferimento in Friuli.
E’ con il Foglio d’Ordini n° 25 del Ministero dell’Aeronautica, che porta la data del 10 dicembre 1926, che inizia il connubio fra gli aviatori del 1° Stormo e le genti friulane.
Il 1° Stormo Aeroplani da Caccia lascia la brughiera di Lonate Pozzolo alla volta dei prati di Campoformido al comando del Col. Luigi Govi. L’organico dei suoi 545 uomini è suddiviso tra i due Gruppi di volo; 6° (73^, 79^, 81^ e 88^ Squadriglia), 17° (71^, 72^, 80^ e 90^ Squadriglia), Comando di Stormo e Compagnia Stazionaria. I FIAT CR.1 distribuiti tra le squadriglie non vanno ad equipaggiare la 71^ e la 73^ che rimangono in posizione “quadro”.
Govi è un comandante attento ma mentalmente non preparato all’esuberanza, alla passione e al dinamismo delle nuove leve e riesce a stento a frenarne le velleità. Il primo segnale del cambiamento avviene nella primavera del 1928 quando tre piloti del “1°”: Fruet, Lana e Pancera si presentano nel cielo di Campoformido per una serie di “looping” a cuneo. La manovra, provata e riprovata lontano da occhi indiscreti segna la nascita ufficiale della prima pattuglia acrobatica italiana. Ovviamente, questa esibizione di grande perizia, richiedeva ed imponeva emulazione … e i giovani piloti del 1° Stormo non staranno con le mani in mano. A sostenere questo spirito arriva in aiuto degli “aquilotti di Campoformido” quello che sarà il loro grande “spirito guida” il Ten. Col. Rino Corso Fougier. Quello che sarà il padre dell’acrobazia collettiva italiana, arriva a Campoformido il 1° giugno del 1928 e assumerà il comando dello Stormo il 1° settembre..
Il 1° giugno 1928 ai due gruppi esistenti se ne aggiunge un altro; il 9° al quale vengono subordinate due nuove Squadriglie: la 96^, la 97^ e la, appena riattivata, 73^. Il nuovo reparto e il suo personale lasciano la sovraffollata Campoformido, il 10 giugno successivo,  per portarsi sul campo pordenonese di Aviano. Solo la 97^ rimarrà ancora a Campoformido per un paio di mesi e poi raggiungerà il proprio Gruppo ad Aviano nell’agosto successivo.
E’ convinzione di Fougier che il pilota da caccia debba avere il pieno controllo del proprio velivolo in qualunque assetto ... l’addestramento acrobatico è quindi fondamentale.
A questo, si unisce per Fougier il “pallino di Hendon”. Il colonnello rimane sbalordito nel vedere l’entusiasmo, spinto fin quasi al delirio, degli spettatori inglesi che, all’Air Show di Hendon, osservano tre biplani effettuare una serie di looping in formazione molto slegata e distante. Torna in Italia e, dopo aver assunto il comando del 1° inizia a sognare … e inizia l’ “Era Fougier”. Lui vuole con se i migliori e invia presso le scuole di volo i suoi piloti migliori per segnalare gli allievi migliori e farli assegnare a Campoformido. Arrivano così a Campoformido ragazzi che diverranno e saranno leggenda: Diamare, Citi, Baldelli, Reglieri, Moscatelli, De Giorgi, Brizzolari, Stabile, solo per citarne alcuni, tutti autentici manici, gente nata per volare. Si creano le basi per quello che sarà lo Stormo “Primo” fra tutti, un’unità di ragazzi audaci, guidati da un Comandante coraggioso, determinato e innovatore. E iniziano gli allenamenti acrobatici in formazione che si alternano con gli allenamenti operativi, al tiro e alla finta caccia. Balbo e il Principe di Piemonte, futuro Re d’Italia, osservano compiaciuti e meravigliati un'esibizione della pattuglia acrobatica proprio a Campoformido, il 21 aprile 1929. Balbo rimane stregato e vuole la pattuglia del 1° Stormo a Roma  per il 15 luglio dove: Fruet, Neri, Lucchini. Melandri, Pontonutti, Servetto e Wengi utilizzano i nuovi FIAT CR.20 messi a loro disposizione e con questo nuovo caccia, che di lì a poco inizierà a sostituire il CR.1 in seno al 1° Stormo, strabiliano la folla.
La consacrazione definitiva avviene in occasione della “1^ Giornata dell’Ala”.
Fougier raggiunge Roma-Ciampino alla testa dei suoi 40 Fiat CR.20. Il gruppo assume, per l’occasione, la denominazione di: 3° Gruppo Autonomo M.A. (Manifestazione Aerea). L’8 giugno del 1930 i “Ragazzi di Campoformido” si esibiscono davanti a circa 50.000 spettatori e alle più alte cariche dello Stato presentando per la prima volta la nuova figura della “Bomba”. La figura simula un attacco ad una colonna ruotata con l’apertura simultanea dei cinque velivoli e il successivo incrocio sull’obbiettivo che viene fatto esplodere con un comando a distanza.
Il 1° Stormo diventa il veicolo di comunicazione principale della Regia Aeronautica e dell’industria aeronautica italiana. La pattuglia acrobatica del 1° Stormo parte quindi, il 5 settembre 1930, per quella che sarà chiamata la “Crociera Orientale”. Sono nove CR.20 bis ai comandi di Fougier, Reglieri, Moscatelli, Scarpini, Sansone, Citi, Brizzolari, De Giorgi, Diamare e Wengi che toccano le principali città e capitali dell’Europa orientale strabiliando genti e regnanti.
In previsione delle Grandi Manovre Aeree previste per il mese di agosto del 1931, lo Stato Maggiore della Regia Aeronautica inizia ad attuare le predisposizioni operative e invia a Campoformido l’84^ e la 91^ Squadriglia Caccia provenienti da Ciampino Sud. Il 1° giugno 1931, prelevando dal 1° Stormo il 9° Gruppo (nel frattempo ritrasferito a Campoformido) e la 90^ Squadriglia, inglobata nel nuovo 10° Gruppo unitamente alle neo arrivate 84^ e 91^, viene costituito il 4° Stormo Caccia che viene messo alla guida del Ten. Col. Raul Da Barberino.
Campoformido diventa un aeroporto affollatissimo e fervono i preparativi e gli allenamenti in vista delle Grandi Manovre Aeree che vedranno i caccia del 1° e del 4°, rischerati sui campi di Parma, Modena e Rimini. Al termine di questo complesso evento esercitativo, il 4° Stormo Caccia  lascierà Campoformido alla volta di Gorizia, completando il trasferimento il 28 settembre.
Nel maggio del 1932, con i suoi caccia CR.20 “Asso” e i Breda Ba.19, il 1° Stormo partecipa alla 2^ Giornata dell’Ala esibendosi davanti a 240.000 spettatori in un crescendo di emozionanti manovre. I piloti della “Squadriglia di Alta Acrobazia” equipaggiata con i Ba.19 e quelli dell’88^, protagonisti del triplo incrocio della bomba, vengono nominati da un impressionato Vittorio Emanuele III, per il loro coraggio, Cavalieri del Regno. E’ in questa occasione che la stampa utilizza il nome di “Squadriglia Folle” per identificare gli acrobati di Campoformido che volano “a testa in giù” sui Breda 19. E questi ultimi sono invitati nel luglio dello stesso anno al Meeting Internazionale di Acrobazia Aerea di Zurigo-Dubendorf dove non viene ammessa tra i concorrenti in quanto di eccessive bravura, capacità e addestramento.
Fougier, che aveva lasciato il 1° Stormo per assumere il comando della Brigata Aerea “Aquila” il 1° giugno del 1933, abbandona definitivamente la “sua” Campoformido lasciando la guida della grande unità al Duca Amedeo d’Aosta. Il nobile pilota, molto legato ai piloti del 4° Stormo, impone nel luglio del 1934, la partecipazione a “La sagra Aviatoria” di Cinisello, anche della neonata pattuglia acrobatica del 4°. Per gli aviatori del 1°, reduci con i loro nuovi CR.30 dai successi della “Crociera dell’Europa Occidentale” e per il loro comandante Col. Da Barberino, questa imposizione segna la fine di un sogno e l’inizio di condivisione di una gloria e una bravura fino ad allora ad esclusivo appannaggio degli “Aquilotti di Campoformido”.
Continua l’attività addestrativa usuale alla quale si affianca, ma in tono minore, l’attività acrobatica anche se la pattuglia del 1° Stormo partecipa, il 20 ottobre del 1934, alla 3^ Giornata dell’Ala”. Questa grande manifestazione non ha però più il connotato sportivo aeronautico delle due passate edizioni, assumendone uno prettamente militare.
Il “Volo folle” e l’apertura della “Bomba”, perfetti nella geometria e nell’esecuzione, esaltano i presenti.
Il 1° Stormo, alla guida del Col. Plinio Locatelli,  viene ulteriormente spogliato e privato di figure essenziali e di velivoli quando, il 15 gennaio del 1936, viene formato a Campoformido, il 6° Stormo Caccia Terrestre. Questo avviene mentre i reparti di volo del 1° sono rischierati a Catania e Montecelio per la difesa dei cieli meridionali e centrali durante le operazioni militari in Etiopia. Il 1° Stormo rientra a casa al gran completo il 1° settembre 1936 ma deve cedere parte dei propri Fiat CR.32 e parte del proprio personale, necessari per le attività belliche nella penisola iberica. Impegno, questo, che durerà fino alla primavera del 1939, ponendo i piloti del 1° in particolare rilievo tra i cacciatori italiani e facendo guadagnare agli stessi numerose Medaglie al Valor Militare. Una data particolarmente significativa per lo Stormo udinese è quella del 3 marzo del 1937, quando, a Roma, viene consegnata nelle mani del Col. Locatelli la Bandiera di Guerra. Accanto all’attività operativa, ormai predominante, non si dimentica l’addestramento acrobatico in formazione, mantenendo attiva e addestrata una pattuglia acrobatica che è chiamata a partecipare, assieme a quella del 53° Stormo di Mirafiori, alla missione in America Latina. A rappresentare le ali di Campoformido sono: Viola, Marasco, Carestiato, Teucci, Sbrighi e Mascellani che meravigliano, con i loro argentei CR.32, le folle peruviane, cilene, argentine e brasiliane. La pattuglia di Campoformido partecipa inoltre, assieme a quelle del 3°, 4° e 6°, all’”Operazione H” (8 maggio 1938), kermesse aerea che si svolge sull’aeroporto di Furbara in onore del Cancelliere tedesco Hitler e ancora, assieme ai “ragazzi del 4°” all’Esposizione Internazionale Aeronautica di Belgrado del 5 giugno 1938.
L’innovazione tecnologica e il mutare degli scenari politico-militari impongono innovazione nel materiale di volo. I biplani CR.32, tanto amati per le loro brillanti caratteristiche manovriere hanno dimostrato qualche pecca durante il conflitto iberico nei duelli con i veloci Rata e nei confronti amichevoli con i tedeschi Messerschmitt. Entra dunque, nei primi mesi del 1940, in linea con il 6° Gruppo Caccia il nuovo Macchi C.200 “Saetta” e sarà con questo velivolo e con il CR.32 (che equipaggia il 17° Gruppo) che il 1° Stormo entra nel secondo conflitto mondiale quando, il 3 giugno del 1940 lascia il prato di Campoformido diretto nelle basi operative di Catania e Trapani agli ordini del Col. Mario Piccini. Il 17° Gruppo, raggiunto l’aeroporto “Lavaggi” di Trapani, vi trova il 157° Gruppo Caccia che passa alle sue dipendenze con i suoi Fiat CR.42 mentre il 6° Gruppo, raggiunta Catania, cessa di appartenere allo Stormo divenendo un Gruppo autonomo. Diversi sono i compiti dei due Gruppi e delle rispettive Squadriglie. Il 6° è impegnato duramente nelle fasi di attacco alla roccaforte maltese, effettuando quotidianamente scorte ai convogli marittimi, ai bombardieri e con attacchi a bassa quota contro gli aeroporti inglesi. Un attività bellica sfibrante che in dodici mesi di attività porta ad un significativo consuntivo: 14.000 ore di volo, 1834 partenze su allarme, 42 scorte nei cieli maltesi con 36 velivoli inglesi abbattuti, 334 navi mercantili e 206 unità militari scortate con i Macchi 200 monomotori, che si spingevano in mare aperto per distanze superiori ai 250 chilometri. Il 21 giugno 1941 è ora di rientrare a casa. Il 1° Stormo Caccia, con il Col. Alfredo Reglieri in testa, lascia la Sicilia e rientra a Campoformido per un periodo di riposo, riorganizzazione e riequipaggia mento con il nuovo caccia della Macchi, il C.202 “Folgore”. Dopo quattro mesi e 3500 ore di volo addestrative il 1° Stormo è di nuovo pronto al combattimento e questa volta sarà nei cieli africani. I “Folgore” dell’ “Arciere” lasciano Campoformido e il Friuli fra il mese di ottobre e quello di novembre del 1941 e dopo varie tappe raggiungono l’aeroporto libico di Martuba. Sarà un’attività durissima in un ambiente ostile colmo di difficoltà nel quale gli uomini dell’ “Arciere” dovevano adattarsi per poter poi dare il massimo in combattimento contro preponderanti forze inglesi. Sidi el Barrani, Fuka, Nemin Bussak sono solo alcuni dei nomi delle striscie semipreparate dal quale decollano e atterrano, non senza difficoltà, i caccia del 1° che, dopo 4000 ore di volo, 60 combattimenti e 125 velivoli avversari abbattuti, sono ormai logori e sfiatati. Arriva il mese di giugno del 1942 ed è ora, per il personale del 1° di rientrare in Patria, questa volta senza i fidi “Folgore” lasciati ai colleghi del prestigioso 4° Stormo Caccia in un’alternanza operativa che affratella ancora di più i due reparti friulani. Il rientro a Campoformido è denso di emozioni e di ricordi ma la guerra continua ed è necessario riequipaggiarsi con nuovi “Folgore” e riprendere, dopo un brevissimo periodo di riposo, gli addestramenti, fino al mese di novembre quando il 1° va di nuovo in guerra.  Il 6° Gruppo va a Pantelleria mentre il “fratello” 17° raggiunge l’aeroporto sardo di Decimomannu e quindi si riunisce con il 6° sull’isola di Pantelleria. Quest’ultimo, chiamato a supporto delle truppe dell’Asse ormai in ripiegamento, lascia l’isola mediterranea alla volta delle basi tunisine di Sfax e Gabes. Il 1° Stormo, agli ordini del Col. Giuseppe Baylon è impegnato sul fronte del Mediterraneo in combattimenti impari contro un nuovo nemico che da poco si è aggiunto alla Royal Air Force, l’aeronautica militare degli Stati Uniti. Gli aviatori americani sono ancora acerbi ma si evidenzia sin da subito la superiorità tecnologica, numerica e logistica. I nostri aviatori fanno conoscenza con la pericolosità e la potenza delle fortezze volanti americane anche se da poco sono equipaggiati con i nuovi e potenti Macchi C.205V “Veltro”. L’inizio dell’offensiva nemica contro l’isola di Pantelleria del maggio 1943, costringe le unità del 1° Stormo a ripiegare sulle basi siciliane di Sigonella e Finocchiara, ma ormai c’è ben poco da fare; il personale è stanco e ha bisogno di riposo. Lascia i propri velivoli ad altri reparti e rientra in Friuli sugli aeroporti di Ronchi dei Legionari e Osoppo dove viene sorpreso dai fatti armistiziali dell’8 settembre. Si conclude così il periodo più eroico del 1° Stormo Caccia che di fatto viene sciolto dai noti eventi storici.
Ci vorranno ancora più di dieci anni prima di rivedere su di un caccia della nuova Aeronautica Militare, lo stemma dell’ “Arciere” del 1° Stormo e sarà sulle derive dei Fiat-North American F-86K appartenenti proprio al 6° (79^ e 81^ Squadriglia) e al 17° Gruppo Caccia Ogni Tempo (72^ e 80^ Squadriglia). Il nuovo 1° Stormo C.O.T. viene ricostituito, al comando del Col. Ranieri Piccolomini, il 1° maggio 1956 sulla base di Istrana (Treviso) e ai due Gruppi storici si affiancherà nel dicembre dello stesso anno anche il 23° (70^ e 71^ Squadriglia). L’avventura “pilotata” dell’ “Arciere” sta per aver termine e tre anni più tardi, versati i “Kapponi” ad altri reparti, viene equipaggiato interamente con missili teleguidati. Ha definitivamente termine una storia di eroismi, sacrifici e glorie costellata di innumerevoli medaglie al Valore Militare, di riconoscimenti, di premi e vittorie, una storia durata ventitre anni, una storia pagata però a caro prezzo, non vanno dimenticati i 114 piloti caduti in incidenti di volo, durante le ardite evoluzioni acrobatiche, durante il conflitto spagnolo, nel rovente deserto africano, nei cieli infiniti del Mediterraneo e ai comandi dei veloci jet del dopoguerra. Non vanno dimenticati nemmeno i piloti del 1° che, aderendo alla Repubblica Sociale, caddero secondo ideali e principi altrettanto giusti … sempre con l’ “Arciere” sul petto.
Questo, in poche parole, è stato lo spirito del 1° Stormo Caccia, un’unità di “gente” unica, eccellente, di primo piano, abituata al sacrificio, che veniva additata dalla gente e quando questa vedeva i piloti con l’ “Arciere” ricamato sulla tuta bianca, diceva, “Giù il cappello, passano quelli del 1°”.